Caldoro: dopo la sconfitta in Campania Pdl da rinnovare

Il presidente: collaborazione con De Magistris, ma io lavoro per costruire, non per scassare
Linea ferma sui rifiuti: il termovalorizzatore si farà, sulla differenziata il sindaco mantenga le promesse
1 giugno 2011 - Paolo Maniero
Fonte: Il Mattino

Paolo Mainiero Piena collaborazione con il nuovo sindaco Luigi de Magistris ma sappia che «noi lavoriamo per costruire e non per scassare». Il governatore Stefano Caldoro parla delle elezioni e dopo la sconfitta di Gianni Lettieri rilancia la necessità di un rinnovamento interno al Pdl. «Lo dissi già un anno fa, fu un errore non farlo». Presidente, è andata male? «A parte Napoli e Milano per il resto c’è stato un pareggio. Certo, Napoli e Milano sono due città simbolo e la sconfitta deve farci riflettere. La risposta, secondo me, sta ora nella capacità del governo di affrontare e risolvere i problemi. Non c’è dubbio che su questo piano serva un’accelerazione. Quello del Mezzogiorno resta per esempio un tema non risolto». Si aspettava a Napoli una sconfitta così pesante? «La vicenda napoletana ha una sua complessità. Non c’è stata la capacità di tenere assieme i diversi strati sociali e lo smottamento ha prodotto il voto a favore di de Magistris che ha condotto una campagna elettorale contro tutti e contro tutto. Il risultato di questa strategia è che la sinistra torna, anzi resta alla guida della città. Sono gli stessi, c’è il Pd, c’è Sel, c’è l’Idv, ci sono i comunisti, ci sono tutti i partiti che hanno governato Napoli negli ultimi venti anni. Il voto di pancia ha prodotto la continuità». Di de Magistris cosa condivide? «Tra noi e loro c’è una differenza enorme. Lui si vanta di ”scassare”, noi lavoriamo per costruire. Io mi auguro che costruisca di più e ”scassi” di meno». Collaborerà con il sindaco? «Se è nell’interesse della città ci sarà la piena collaborazione». Ma sul termovalorizzatore a Napoli Est de Magistris ripete che non va fatto. «Ecco l’esempio classico di come si lavora per ”scassare”. Il termovalorizzatore si farà, è previsto dalla legge, è stato individuato il suolo (peraltro di proprietà della Regione), è stato avviato il bando di gara. In tutta Italia il ciclo dei rifiuti è basato sugli impianti e fra l’altro l’impiantistica è competenza delle Province, al Comune spettano altri compiti, la raccolta differenziata su tutti». Pensa che sia possibile, come ha promesso de Magistris, portare la differenziata al 66 per cento in nove mesi? «Mi sembra un’impresa difficile ma se l’ha detto mi auguro che ci riesca. Firenze ha raggiunto il 48 per cento in quattro anni...». Lettieri chiedeva una legge speciale... «Farebbe bene a chiederla anche de Magistris». Ci sono similitudini tra la vittoria di Bassolino nel 1993 e quella di de Magistris oggi? «Bassolino era espressione di un partito, il Pci-Pds, che tornava al governo dopo Tangentopoli. Oggi il richiamo al voto di pancia mi sembra molto più forte di quello che fece Bassolino allora». Berlusconi ha detto che i napoletani si pentiranno di aver votato de Magistris. È d’accordo? «Vedremo i fatti, non mi piacciono i giudizi preventivi». La vittoria dell’ex pm segna la definitiva uscita di scena di Bassolino? «La guerra contro tutti e tutto ha fatto tre vittime, Bassolino e Iervolino e Cosentino. Solo che i primi due sono esponenti della parte politica che sostiene de Magistris mentre Cosentino è un antagonista». La sconfitta di Lettieri apre una resa dei conti nel Pdl? «La caccia alle responsabilità individuali è un gioco che non paga. In politica le responsabilità sono sempre collettive. Fugo ogni sospetto e ricordo che un anno fa, dopo la vittoria alle regionali, dissi che serviva un forte rinnovamento della classe dirigente. C’erano tutte le condizioni politiche, ma non fui ascoltato». La presenza di Nicola Cosentino è diventata ingombrante? «Era evidente già un anno fa che si era chiuso un ciclo. Paradossalmente, dopo la vittoria, sarebbe stato più facile rinnovare. Oggi è più difficile perchè si corre il rischio di andare a caccia di capri espiatori. Ma il tema del rinnovamento resta e perchè avvenga con successo bisogna restare uniti». Il coordinatore cittadino Marcello Taglialatela se n’è andato in vacanza durante il ballottaggio? «Non è assolutamente vero. È stato via solo un giorno e mezzo». Ha qualcosa da rimproverare a Lettieri? «Nulla. È stato generosissimo, ha messo in campo proposte concrete e realizzabili. Forse, se proprio devo trovare un errore, è stato troppo ottimista quando pensava di vincere al primo turno. Un segnale che fosse difficile si era avuto già alle regionali quando De Luca a Napoli raccolse il 46,5 per cento. Io ho vissuto per anni al Vomero e lì De Luca ha vinto di dieci punti». Il voto creerà tensioni in Regione alla luce della posizione del Terzo polo e in particolare dell’Udc? «È evidente che quando l’area moderata è unita si vince, è successo a Caserta, a Pozzuoli, a Quarto, in Calabria. Ma in una logica nazionale Casini aveva la necessità di differenziarsi a Milano, Napoli e Bologna. Non ritengo giusta questa linea ma la rispetto. I riflessi in Regione sono comunque legati al dato nazionale. Io sono sereno ma è certo che non possiamo dire che la questione non esista». Cesa dice che l’Udc ha fatto accordi con Caldoro e non con il Pdl? «L’Udc non ha fatto un accordo con me ma ha fatto un accordo di programma con gli elettori. E lo stesso è avvenuto per le Province di Avellino, Napoli, Salerno». Di Pasquino presidente del consiglio comunale cosa pensa? «Nel nostro sistema bipolare è consuetudine che il presidente spetti a chi vince. Però è giusto cercare un’intesa istituzionale. È evidente che un’ipotesi diversa da un nome espresso dalla maggioranza richieda l’unanimità altrimenti diventa una scelta di campo». È previsto un rimpasto in giunta? «No». Si è avuta la percezione che la spinta propulsiva di Berlusconi si sia esaurita. È d’accordo? «Non so se si sia esaurita la spinta di Berlusconi in quanto tale ma constato che in tutta Europa le elezioni di medio termine hanno determinato la crisi delle leadership. In Spagna crolla un giovane emergente come Zapatero, in Germania la Merkel perde sei punti, in Francia i sondaggi danno Sarkozy al 20 per cento».

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