Macchia Soprana, mettete i sigilli
Serre.«Sigillate subito la discarica di Macchia Soprana» è la richiesta, depositata presso la Procura di Salerno. L’ha rivolta il sindaco di Serre, Palmiro Cornetta, dando mandato all’avvocato Marcello Giani, che ha già inoltrato già gli atti necessari. Semplice la motivazione alla base dell’ultima mossa dei legali degli amministratori comunali: «La mia iniziativa è stata necessaria per porre riparo al disastro ambientale e tutelare la salute dei cittadini», questa la spiegazione di Cornetta. In pratica parlare continuamente di imminente riapertura della discarica serrese, insieme con il precipitare della situazione dell’emergenza rifiuti nel resto della regione, spinge il primo cittadino ad abbandonare le ultime titubanze e a passare, per l’ennesima volta, alle maniere più energiche. L’ultimo siparietto è andato in scena pochi giorni fa a Battipaglia, alla posa della prima pietra della strada di collegamento con lo Stir. Comincia Cirielli: «Bisogna trovare un luogo dove costruire una discarica. Avevamo pensato a Macchia Soprana, a Serre, ma ci sono dei vincoli ambientali. Se riusciremo a superarli, è lì che sarà realizzata la discarica. In caso contrario, dovremo trovare altre soluzioni». Sull’affermazione del presidente dell’amministrazione provinciale corre subito a metterci una pezza, Fernando Zara, il presidente del consiglio: «Cirielli non ha mai parlato di riaprire la discarica di Macchia Soprana. Nel corso di alcune interviste il presidente Cirielli, sollecitato dai giornalisti sul blocco dello Stir, ha spiegato che è naturale l’ingolfamento, dal momento che la provincia di Salerno non ha un termovalorizzatore e una discarica, ed è costretta a trasferire i suoi rifiuti fuori provincia». Palmiro Cornetta si fa però forte di quelle ventiquattro righe del ministero dell’Ambiente sulla discarica di Macchia Soprana. Il sito di Serre, chiuso da oltre due anni è a rischio contaminazione. Di solfati e manganese, cloroformio e ammoniaca. Tutti concentrati nel pozzo spia numero 4. Quello cioè che si trova più vicino alla discarica, al di sotto della vasca che porta lo stesso numero e su cui insistono i lavori di completamento disposti dalla società provinciale per i rifiuti, EcoAmbiente. Lo stesso ministero non ritiene sufficienti i dati delle analisi effettuate dall’Arpac sui tre pozzi situati a monte del sito e sul pozzo più a valle. Se questo non soddisfa il ministero dell’ambiente figurarsi quanto convince il municipio di Serre che spinge per ottenere il sequestro dell’intera area. Ora però, dal geologo e docente universitario Francesco Ortolani, spunta una proposta che vale sia tanto per Macchia Soprana quanto per la vicina Basso dell’Olmo: «Si tratta di una trincea drenante da costruire a valle delle due discariche in modo da intercettare le acque superficiali e sotterranee inquinate impedendo loro di riversarsi nel fiume Sele. Le acque contaminate intercettate possono essere accumulate in contenitori impermeabili in attesa di essere trasferite a un depuratore». Sarebbe una soluzione per impedire los versamento dei reflui nelle acque del Sele. Tutto è di la da venire: al progetto alle risorse economiche. E nel frattempo che si fa? Diventa sempre più difficile imporre, dopo oltre un anno di batti e ribatti, di riaprire i cancelli di Macchia Soprana.