Macchia Soprana, scatta la verifica tecnica
«Ho chiesto di misurare anche eventuali livelli di radioattività. Dopo la lettura sui giornali di brani delle ultime intercettazioni telefoniche i miei concittadini non si sentono tranquilli». L'altro ieri il sindaco Palmiro Cornetta l'aveva richiesto a gran voce ed a stretto giro di posta sono arrivati i carabinieri del Noe e i tecnici dell'Arpac.Il loro compito è quello di monitorare l'intera area della discarica di Macchia Soprana. Alle 11 una prima squadra si è messa al lavoro. Li ha accompagnati Luigi Laurino, il chimico di fiducia del comune. Sono stati prelevati numerosi campioni, che successivamente saranno analizzati nei laboratori dei Noe. Il lavoro proseguirà nei prossimi giorni. La loro missione è quella di scoprire se esiste corrispondenza tra i codici dei rifiuti dichiarati all'atto dell'invio in discarica e la realtà di ciò che effettivamente veniva scaricato. Il sospetto, nato anche a seguito di precisi episodi, è che alcuni camion sono riusciti a sfuggire del tutto alle procedure di sorveglianza adottate dal personale del consorzio di bacino Sa2 che gestisce lo sversatoio. L'8 agosto dell'anno scorso cumuli di pneumatici dentro la discarica furono fotografati dai volontari dell'Eps e più volte sono stati denunciati strani attraversamenti notturni delle zone zone circostanti l'area. «Dal novembre 2007 – denuncia Baldassarre Chiaviello, del comitato "Serre per la vita" - c'era stata una modifica della normativa sui codici dei rifiuti scaricabili e sono a conoscenza di livelli del carbonio disciolto, che dentro Macchia Soprana, è a 5 e spesso 10 volte superiore al consentito». Un'altra voce che spesso si è levata a denunciare approssimazioni nella gestione delle precauzioni ambientali di Macchia Soprana è quella del farmacista Antonio Grosso. Le modalità di controllo sono prevalentemente svolte in origine poiché all'atto dello sversamento in discarica ordinariamente non si va oltre alla registrazione della bolla di accompagnamento. Sulla vicenda interviene anche Biagio Luongo, sindaco di Campagna, "proprietario" di Basso dell'Olmo che dista dall'impianto di Serre pochi chilometri. Tra loro solo il fiume Sele. L'impianto ha chiuso più di due anni fa, ma le ultime novità non soprendono Luongo. «Ho fatto numerosi esposti affermando che a Basso dell'Olmo non scaricavano "fos" e "sovvalli" come scritto nell'ordinanza 52, ma per ora non ho avuto risposte». Luongo ricorda come provvedimenti dell'inchiesta "Rompiballe" sono arrivati anche a Dino Di Battista, il tecnico Fibe responsabile del sito di Basso dell'Olmo e a Michele Greco progettista della discarica, ora agli arresti domiciliari. Macchia Soprana ha però tutta un'altra storia e gestione, divisa fra ministero dell'ambiente ed il Sa2, il consorzio di bacino. «Io ho raccolto ogni doglianza e segnalazione che i cittadini mi hanno fatto pervenire, a voce o in maniera scritta. Li ho tutte trasmesse a chi di dovere» precisa Palmiro Cornetta. Ma ora scatta anche la psicosi-rifiuti tossici. È per questo che Cornetta vuole seguire la strada maggiormente attendibile dal punto di vista scientifico. I campioni prelevati ieri a Macchia Soprana saranno analizzati dai laboratori del Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri ma anche dal chimico nominato dal Comune. Solo nelle prossime settimane sarà possibile conoscere i responsi delle analisi mentre ora l’attenzione si concentra tutto sul decreto del governo che prevede anche l’occupazione di Valle della Masseria. Cornetta rilancia: «Tolgano dal decreto quell’area, noi abbiamo già dato».