Sodano: con Pecoraro Scanio sbagliai ma continuo a dire no all’inceneritore

"Io assessore? Nessuno mi ha mai parlato di incarichi con De Magistris la vera svolta"
25 maggio 2011
Fonte: Il Mattino

«La giunta è esclusiva competenza del sindaco: il mio rapporto con De Magistris è quello di una persona che si batte perché lui possa diventare sindaco evitando così che al Comune arrivi la destra di Cesaro e di Cosentino».
Da giorni il nome di Tommaso Sodano, già senatore e autore del libro ”La Peste”, circola come quello di possibile assessore.
Forse De Magistris ha già cambiato idea sul suo conto? «Nessuno mi ha mai parlato di incarichi. Il mio unico obiettivo è vincere per riscattare Napoli dopo anni di umiliazione».
Ma lei fa parte dello schieramento di centrosinistra che ha governato la città. «Certo. Ma sono stato tra i primi già nel Duemila a denunciare il lento decadimento dell’esperienza che è stata realizzata alla Regione e al Comune».
Che cosa non andava bene? «La prima responsabilità di Bassolino commissario per i rifiuti è stata quella di non interrompere il rapporto con Impregilo perché già nel 2001 si stava delineando una situazione non rispettosa delle normative europee. Invece in Campania si puntava tutto sull’incenerimento senza organizzare l’impiantistica necessaria a far andare avanti il ciclo. In questo modo grazie a un accordo trasversale che ha coinvolto centrodestra e centrosinistra imprenditoria e camorra abbiamo sperperato otto miliardi di euro, abbiamo accumulato tre miliardi di debiti e non abbiamo risolto il problema».
Ma al governo nel 2008 c’era il centrosinistra: il ministro dell’ambiente era il verde Pecoraro Scanio e lei guidava la protesta contro la discarica di Serre voluta dal commissario Bertolaso. Non crede di avere responsabilità? «Evidentemente sì: la mia colpa è stata quella, da presidente della commissione ambiente, di non riuscire a convincere Pecoraro Scanio a far decollare subito un piano alternativo. Io chiedevo di riportare le competenze in materia di rifiuti alla via ordinaria. Bisognava ripristinare i meccanismi democratici di gestione e di controllo arginando contemporaneamente il flusso di spesa».
De Magistris dice no al termovalorizzatore di Napoli est. Non significa protrarre la crisi? «Ragioniamo con le cifre. A Napoli si producono ogni anno 550 mila tonnellate di spazzatura. Con il cinquanta per cento di differenziata di cui parla Lettieri si arriva a 275 mila tonnellate. Da questi con il passaggio negli stir si riduce un altro 25 per cento. Ne restano quindi 150 mila. A che serve un inceneritore da 450 mila tonnellate? Solo a far guadagnare la società che si aggiudicherà la gara».
Invece lei cosa propone? «Il Comune è responsabile solo della raccolta e non dell’impiantistica. La nuova amministrazione deve occuparsi della differenziata allargando il sistema porta a porta a tutta la città e realizzando subito le isole ecologiche».
Con quali fondi? «Otto milioni e mezzo sono già stati assegnati dalla Regione e ancora non sono stati utilizzati. Poi ci sono i 145 milioni bloccati in Europa: per poterli utilizzare la Campania deve presentare un piano certo».
Quello già elaborato dal professor Arena la convince? «Il piano inviato in Europa è secondo me molto simile a quello elaborato dalla giunta Bassolino. A proposito di continuità non si può dimenticare che Arena è già stato consulente delle giunte di centrosinistra. Io credo che quattro termovalorizzatori siano decisamente troppi»
Cosa propone? «Di realizzare subito tre impianti di digestione e compostaggio in maniera da lavorare l’umido raccolto con il porta a porta, recuperare energia dal biogas e quindi rendendo fruttuoso l’investimento e utilizzando i fondi Ue. La frazione secca, invece, può essere trattata con impianti di separazione meccanica manuale modello Vedelago».

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