Rifiuti, due progetti al ballottaggio duello da cento milioni di euro
«In 1/2 H», arbitro Lucia Annunziata, Luigi de Magistris e Gianni Lettieri si scontrano per l’ennesima volta senza esclusione di colpi sui temi più scottanti della campagna elettorale. Complice il nuovo aumento della spazzatura in strada, quello dell’emergenza rifiuti è uno degli argomenti più dibattuti. Le ricette in campo? Due, naturalmente, e di segno opposto. «De Magistris ha la bacchetta magica. Dica dove prenderà i soldi per la differenziata - attacca Lettieri - occorrono 1.600 operatori per il porta a porta e 90 milioni di euro». Il candidato del Pdl illustra la sua strategia: «Questi soldi nessuno li ha e per scongiurare il rischio di dissesto finanziario del Comune, che avrebbe gravi conseguenze, occorre una legge speciale già sperimentata in altre città. In attesa che si concretizzi il piano per superare l’emergenza, spedirò la spazzatura all’estero per evitare nuove crisi». Quindi l’annuncio, riportato anche su migliaia di manifesti affissi in queste ore: «Nessuno pagherà la Tarsu fino a quando in strada ci sarà anche un solo cumulo di immondizia. Ho inoltre un piano per la dismissione degli immobili non strategici che porterà risorse fresche all’ente. Escludo l’aumento delle tasse». È il turno di de Magistris: «Noi diciamo no all’inceneritore. Partiremo subito con la raccolta differenziata e non ci saranno costi aggiuntivi. Per il porta a porta sarà impiegata in primis l’Azienda speciale di igiene ambientale del Comune e poi tutti coloro che hanno frequentato i corsi di formazione ma non sono stati mai utilizzati. Il nostro piano sarà immediatamente operativo e comporterà lo sblocco di 145 milioni di euro dell’Unione europea. Ecco perché sono sicuro che non ci saranno costi aggiuntivi, non c’è bisogno di altri finanziamenti calati dall’alto. Trasformeremo la tassa in tariffa: pagherà di più chi produce più spazzatura». Sul nodo delle alleanze la tensione sale alle stelle: «Lui si è fatto accompagnare da Cosentino, io sono stato preferito dalla gente senza potere di Napoli - tuona l’ex pm - Questa è la differenza con Lettieri». L’industriale non ci sta: «È stato Cosentino a chiedere il processo immediato e non si è sottratto come qualcun altro con l’immunità. Ma se dovesse essere condannato noi lo condanneremmo due volte: la prima perché è un uomo pubblico ed ha nascosto qualcosa; la seconda perché non si è fatto da parte. Ma bisogna attendere il giudizio. Fino a quando uno non è condannato, dice la Costituzione, è innocente. Se de Magistris è un garantista, io posso fare il Papa». Poi il dibattito si sposta su temi più squisitamente politici: «Molti dirigenti del Pd, di Sel, del Terzo Polo - dice l’europarlamentare dell’Idv - hanno capito il voto democratico che c’è stato a Napoli. I grandi leader non possono non comprendere che una stagione politica, il bassolinismo, si è chiusa e che si aprono prospettive politiche nuove. Ringrazio gli elettori che mi stanno sostenendo. Se poi accanto a loro ci sono leader che appoggiano la rivoluzione in atto a Napoli e lo fanno senza chiedere nulla, lo apprezzo molto». Lettieri rilancia la palla nella metà campo dell’avversario: «De Magistris dimentica di dire che in cinque Municipalità su dieci, dove ha vinto la sinistra, la sua coalizione ha siglato un apparentamento con il Pd. E l’Italia dei Valori promette assessorati ai consiglieri non eletti del Pd». Immediata la replica dell’ex magistrato: «La giunta non sarà fatta dai segretari dei partiti. Io sarò il sindaco per Napoli e rappresenterò tutti. Voglio liberare la città dalla cappa della malapolitica. Napoli è una città stupenda e non ha bisogno dell’assistenzialismo ma di voltare pagina».