Roghi e blocchi per i rifiuti, i clan dietro la protesta

Barricate di monnezza alla Riviera: quattro denunciati, c'è anche la cognata del boss della Torretta
21 maggio 2011 - Viviana Lanza
Fonte: Il Mattino

Il 12 maggio scorso la protesta contro i cumuli di rifiuti in strada esplose anche a Chiaia. Erano giorni «caldi» sul fronte dell’emergenza. Roghi di immondizia e proteste in strada avevano interessato già altri quartieri e l’avvicinarsi delle elezioni aveva reso l’atmosfera più tesa. I sacchetti dell’immondizia, non raccolti da giorni, furono rovesciati insieme ai cassonetti bloccando per oltre due ore la circolazione lungo la Riviera di Chiaia. A distanza di più di una settimana dai fatti, si scopre che dietro quell’azione non c’era soltanto l’esasperazione dei cittadini stanchi di sopportare i cumuli di sacchetti maleodoranti ammassati sui marciapiedi, ma anche la mano della camorra. Quattro persone sono state denunciate all’autorità giudiziaria in seguito alle indagini svolte dagli agenti del commissariato di polizia San Ferdinando. Si tratta di tre donne, una delle quali è la cognata del presunto boss Rosario Piccirillo ritenuto a capo del clan egemone nella zona della Torretta, un’altra è la convivente di un affiliato al clan, mentre un quarto denunciato è un pregiudicato per reati contro il patrimonio. La denuncia è stata firmata nei confronti di P. M., di 43 anni, A. S. di 33 anni, A. S., di 34 anni, e R.A., di 47 anni. Tutti sono residenti nelle zone a ridosso della Riviera di Chiaia e sono stati identificati grazie all’analisi dei filmati delle telecamere presenti nella zona davanti a negozi e istituti di credito e all’esame delle riprese effettuate dagli operatori di alcune emittenti televisive che stavano documentando le tensioni in atto in città a causa del riesplodere dell’emergenza rifiuti. L’indagine ha consentito di ricostruire la dinamica degli eventi e identificare nei soggetti vicini ad esponenti della criminalità organizzata i responsabili dei disordini del 12 maggio scorso. I denunciati sono accusati di interruzione di servizio pubblico e pubblica necessità, oltre che di lancio di oggetti pericolosi. La protesta scoppiò nella mattinata di quel giovedì e si sviluppò in due tempi. Lungo la Riviera di Chiaia furono organizzati dei blocchi con i sacchetti accumulati sui marciapiedi che impedirono la circolazione di auto e mezzi pubblici. In via Arco Mirelli, all’incrocio con la Riviera, il gruppo, del quale facevano parte anche esponenti legati al clan della Torretta, aveva rovesciato sulla carreggiata i cassonetti dell’immondizia bloccando il passaggio fino a tarda mattinata. E i disordini ripresero nel primo pomeriggio quando la polizia intervenne nuovamente, sempre nella stessa zona dove erano stati gettati rifiuti sulla strada causando un’ulteriore paralisi del traffico dal momento che quell’area rappresenta uno snodo fondamentale per la viabilità cittadina. Ci vollero la collaborazione e l’aiuto di alcuni operai impegnati nei lavori nel vicino cantiere della metropolitana per liberare la strada. Furono utilizzate anche pale meccaniche, i bobcat, per ammassare l’immondizia ai margini della carreggiata e ripristinare la circolazione. In strada, in quel giorno di protesta che fu indicato come emblematico della crisi dei rifiuti in città, scesero donne e uomini, anziani e bambini. In molti vollero manifestare con quell’atto di protesta il disagio causato dall’emergenza irrisolta. Ragazzini, con i guanti in lattice o a mani nude, parteciparono lanciando bottiglie raccolte tra i rifiuti e oggetti vari sulla strada, già bloccata dai cassonetti rovesciati. In quel tratto, inoltre, c’era un restringimento della carreggiata a causa dei lavori per la metropolitana e fu caos per oltre due ore. Un caos finito al centro di un’indagine della polizia, con il sospetto che i disordini siano stati anche volontà del clan della zona. Una strategia, come altre, per imporre la propria influenza sul territorio. Le indagini, dopo le denunce di ieri, proseguono. Si indaga sulle possibili ingerenze della camorra nelle proteste per la crisi dei rifiuti. Un capitolo di inchiesta non nuovo. Già in passato, infatti, le attività investigative avevano rivelato come in città la camorra avesse pilotato le proteste dei cittadini, strumentalizzandole per favorire i propri interessi.

Powered by PhPeace 2.6.4