Sit-in davanti alla Provincia Zinzi: martedì gli stipendi
Non si sono accontentati delle assemblee convocate in tutti i cantieri: una folta pattuglia di operai del Consorzio unico di bacino della provincia di Caserta ha anticipato a ieri il picchetto sotto la Provincia previsto per questa mattina. Gli addetti, quasi tutti aderenti al sindacato autonomo Fiadel (che con Cgil, Cisl e Uil mercoledì aveva proclamato l’agitazione), hanno riproposto scene già viste: camion della nettezza e uomini in tuta arancione che di buon ora stazionano davanti all’ingresso dell’ente di corso Trieste, l’incubo del traffico in tilt e - soprattutto - delle strade con cumuli di sacchetti nelle realtà dove la raccolta è affidata al Consorzio che aleggia come passo immediatamente successivo. La loro attesa è stata premiata: verso le 10 e 30 il presidente della Provincia Domenico Zinzi ha accettato di incontrare una delegazione di dimostranti e di ascoltare i motivi della protesta. Che sono noti: gli stipendi di aprile ancora da pagare, la preoccupazione per quelli ormai prossimi di maggio e della 14ma compromessi dall’evidente difficoltà finanziaria del Consorzio. Verso le 13 e 30, dopo aver terminato l’incontro, Zinzi si è recato dal prefetto Ezio Monaco per fare il punto della situazione. I due hanno convenuto sulla necessità di sollecitare i Comuni aderenti al Consorzio a versare regolarmente le loro quote e a sanare gli arretrati ancora sospesi. Senza queste entrate, hanno fatto rilevare più volte dall’ente consortile, è impossibile corrispondere gli stipendi al personale. Per quanto riguarda comunque le spettanze di aprile a Zinzi è arrivata l’assicurazione, da parte del commissario liquidatore e del subcommissario dell’articolazione casertana del Consorzio, che saranno pagate entro martedì prossimo. Una boccata di ossigeno che probabilmente servirà a tamponare l’emergenza solo per qualche settimana. Il problema più grosso, insieme alla crisi finanziaria dell’azienda, rimane comunque il passaggio degli organici alla società provinciale (per Caserta è la Gisec), operazione che avrebbe dovuto già essere stata portata a termine e per cui neanche il termine del 31 dicembre sembra sicuro. «Verificato che ad oggi - si leggeva in un inciso del comunicato sindacale di mercoledì scorso - manca una reale volontà della società provinciale Gisec spa di avviare un tavolo permanente propedeutico al subentro nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti almeno per i Comuni in capo al Consorzio Unico di Bacino». Come prova, il fatto che da oltre un mese non sono arrivate convocazioni né dall’ente consortile né dalla Provincia. Una «inerzia preoccupante» a cui i dipendenti, nonostante i riflessi pratici del blackout sulle condizioni di lavoro e di sicurezza, hanno finora risposto con grande senso di responsabilità. Quella pazienza però ha un limite ormai assai prossimo e potrebbe trasformarsi in una guerra senza quartiere come dimostra il comunicato firmato ieri dalle sigle più radicali (Sindacato Azzurro, RdB, Uap, Cesil, Slai-Cpbas, Fesica-Confsal). Chiedono una convocazione urgente per discutere dell’elenco degli esuberi e del passaggio immediato del personale in carico al Consorzio alle società provinciali. Tra le inadempienze contestate il mancato licenziamento del personale assunto dopo il 2008 (come prevedeva la normativa) e la mancata verifica degli inquadramenti anomali. «Trascorsi inutilmente cinque giorni - fanno sapere ai prefetti di Napoli e Caserta - procederemo alla proclamazione delle iniziative previste per legge».