«Gesto folle, non c’entriamo» Il quartiere respinge i violenti

Comitati e No global: è l’azione di provocatori
30 maggio 2008 - Pietro Treccagnoli
Fonte: Il Mattino

Ha paura, è stanca, preferisce aspettare i risultati dei rilievi. La maggioranza del popolo anti-discarica in piazza non scende. Alla rotonda Titanic, invece, i gazebo si sono moltiplicati: sono quelli che i Comuni di Marano, di Mugnano e la Municipalità di Chiaiano hanno allestito in vista della sagra permanente della ciliegia, al via domenica. Stanno potando il pino abbattuto, appoggiato sui i cassonetti vuoti, che sparge gli aghi e le pigne sull’asfalto. I rari goccioloni di pioggia impediscono alla calce, usata per ammazzare la puzza, di liberarsi nell’aria. È già stato realizzato il palco. C’è poca polizia e c’è poca gente. Gli inamovibili: chi vive qui, chi va al supermercato o all’edicola, chi passa, si ferma qualche minuto, chiede e se ne va, scuotendo la testa. Loro e i ragazzi dei centri sociali e dei comitati nati per la difesa delle cave. Hanno messo su un mediacenter, alla buona, con un collegamento Internet che al debutto raduna solo un manipolo di fedelissimi. Si parla, si lanciano slogan un po’ scontati, si accusano i giornali senza neanche averli letti e si prepara la manifestazione nazionale di domenica, con la marcia che partirà dal metrò al grido di «Jatevenne». Ma soprattutto si smentisce l’esplosione dell’altra sera di tre ordigni rudimentali nella cava del Poligono. «Abbiamo fatto le nostre verifiche nella zona» spiegano Ivo Poggiani del centro sociale Insurgencia e Massimo Di Dato della Rete campana per la Salute e l’Ambiente «ma non abbiamo trovato nulla, nessun segno di esplosione o di scontro. Questa storia non ci convince. Non abbiamo nessuna conferma né dei lanci di molotov, né delle bombole con i petardi attaccati». Potrebbe essere in atto, secondo loro, un tentativo, neanche tanto strisciante, di criminalizzazione del movimento che si oppone alla realizzazione della discarica. Al mediacenter c’era anche il vicesindaco di Marano, Massimo Nuvoletti, che prende le distanze dal «presunto attentato»: «Se fosse confermato si tratta di un gesto scellerato che rischia di vanificare tutto il nostro lavoro di contestazione pacifica. Qui la gente ha trasformato il presidio da epicentro della protesta e di rivendicazione del diritto alla salute in luogo per una festa. Non c’è spazio per chi vuole provocare, da qualunque parte vengano le provocazioni». In realtà, i centri sociali fanno fatica a controllare il movimento che a Chiaiano non ha una organizzazione stabile con riferimenti certi, con una leadership riconoscibile. Tutto può sfuggire di mano. La gente comune, quella che è stanca, ha paura e aspetta che arrivi l’auspicato no dei tecnici, la gente che venerdì sera era in prima fila, quando la polizia ha sfondato, di fronte alla notizia delle esplosioni alla cava alza le spalle: «Non conosciamo quelle persone, non abbiamo bisogno della violenza, può solo danneggiarci». La vox populi, nascosta dietro la cortina dell’anonimato, suggerisce altre piste. Forse qualche balordo, perché nessuno può sapere cosa succede lassù alla cava del Poligono. Là attorno gli interessi speculativi della camorra sono sempre stati forti, altro che difesa del parco della collina o ultimo polmone verde di Napoli. La discarica ostacolerebbe l’ultima sciagurata cementificazione della collina dei ciliegi. «Noi non c’entriamo» ripetono come un disco incantato gli antagonisti dei centro sociali «non siamo terroristi, né guerrafondai, né camorristi». Non ci stanno al gioco della strategia della tensione o al ruolo del capro espiatorio. La matassa prova a districarla proprio il vicesindaco Nuvoletti, ritornando sull’inchiesta «Rompiballe». «È chiaro» dice «che l’ondata di avvisi di garanzia e di ordini di custodia hanno gettato nello sconforto i manifestanti. Siamo in una regione dove la politica sulla gestione dei rifiuti è stata commissariata e ora l’alone del dubbio e del sospetto circonda anche il commissariato». La risposta, per rilanciare il dissenso dovrebbe venire dalla marcia di domenica, alle 16. Gli organizzatori aspettano migliaia di persone. «Abbiamo ricevuto adesioni da tutt’Italia» aggiunge Poggiani. «Verranno rappresentanti dei comitati No-Tav, No-Mose, quelli contro il ponte sullo stretto di Messina e quelli contro l’ampliamento della base americana Dal Molin, a Vicenza». Dovrebbero esserci anche alcuni dei leader No global nazionali, come Luca Casarini. Da fuori Campania annunciano l’arrivo di almeno duecento manifestanti. Ma nessuno prevede sfracelli.

 

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