Sfidanti divisi tra Tarsu e termovalorizzatore

L'effetto rifiuti sul voto: tra i temi del ballottaggio anche le straregie per uscire dall'emergenza
17 maggio 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

I rifiuti? Colpa dell’Asìa. No, colpa del Comune. Anzi dei magistrati. Nel giro di poche settimane il centrodestra ha tentato in ogni modo di rimandare al mittente il boomerang della ultima (per il momento) crisi dei rifiuti. Ma anche l’invio dell’esercito non ha dato i risultati sperati. Dall’altro lato della barricata, cioè nel centrosinistra, nessuna esitazione nell’attribuire alla «monnezza di miracolo» di Berlusconi le difficoltà delle ultime settimane. Una soddisfazione dopo aver visto crollare i consensi non solo in città, ma in tutto il Paese dopo la drammatica emergenza del 2008. Allora le divisioni del centrosinistra e l’incapacità di indicare soluzioni provocarono il disastro. Ora le montagne di spazzatura perfino davanti alle scuole sede di seggio hanno premiato probabilmente più l’astensionismo che una delle coalizioni. Del resto i due schieramenti, uniti sull’attribuire all’altro tutte le colpe, hanno al loro interno posizioni variegate. La sinistra continua ad ondeggiare sull’utilizzo dei termovalorizzatori. Ma anche nel centrodestra le posizioni sono molto sfumate: al di là di un generico sì ai bruciatori ci si divide sulle possibili soluzioni concrete. Quando si tratta, ad esempio, di discutere di discariche torna il localismo. Diversa la posizione di De Magistris che si smarca da tutti e si schiera nettamente per la differenziata a tutto campo e riesce probabilmente anche per questo a raccogliere molti consensi. La monnezza appare ormai a molti napoletani una piovra che strangola la città. Ma il gioco dell’attribuzione delle responsabilità al «nemico» sembra non convincere più nessuno. C’è chi sospetta l’ennesima regia occulta dietro l’accumularsi dei sacchetti. Chi l’attribuisce a un’incapacità della classe politica in generale o alle ruberie di qualcuno in particolare. È certo che ogni napoletano ha in tasca le sue ricette: dal buttare i sacchetti nel Vesuvio, all’affondarli in fondo al mare. Ognuno espone la sua soluzione come se fosse la formazione vincente della nazionale. Una nazionale destinata immancabilmente a perdere. Perciò alla fine (lo dimostra il comizio finale di Berlusconi che ai rifiuti ha accennato solo per parlare della futura possibile abolizione della tassa) una lezione i candidati l’hanno forse imparata: a giocare con la spazzatura si rischia di bruciare.

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