Bombe nella cava, s’indaga sui centri sociali

Ma gli inquirenti non escludono la delinquenza comune. Agenti con giubbotti antiproiettile per il rischio-cerbottane
30 maggio 2008 - Giuseppe Crimaldi
Fonte: Il Mattino

Gli investigatori hanno le idee ben chiare. Il quadro d’insieme che emerge all’indomani del lancio all’interno della cava del poligono di Chiaiano di tre ordigni esplosivi nella serata di giovedì delinea uno scenario popolato dalle varie anime del popolo che si oppone all’apertura della discarica. «Qualcuno sta tentando di creare divisioni all’interno dei manifestanti», conferma al Mattino un investigatore impegnato nelle indagini sul lancio di tre bombole di gas alle quali erano stati legati ordigni artigianali. Tra le varie componenti che animano il fronte del «no», insomma, si sarebbero radicalizzate due posizioni. Falchi e colombe. Due diverse linee strategiche: la prima, che affida a messaggi inquietanti come le molotov ritrovate a Chiaiano sempre giovedì sera; e la seconda - più attendista - che offre aperture alla linea del dialogo richiesta dal sottosegretario all’emergenza rifiuti, Guido Bertolaso e che, di fatto, ha accettato la «tregua» con lo Stato. Le indagini, dunque. Digos e carabinieri puntano i riflettori sugli ambienti vicini alle frange più estreme della protesta antagonista, senza escludere tuttavia anche alcuni personaggi residenti nella zona di Chiaiano, delinquenti che tuttavia non sarebbero legati alla criminalità organizzata. Indaga anche la Squadra mobile. La sensazione che si respiri una strana atmosfera, a Chiaiano, deriva anche da altre circostanze: non è un caso, per esempio, che gli agenti della polizia che continuano a presidiare la cava e la zona circostante con carabinieri e finanzieri, abbiano avuto l’ordine di indossare giubbotti antiproiettile. Circola una voce inquietante, che è stata raccolta dai funzionari di via Medina: tra i facinorosi, tra le frange violente che tentano di tenere alta la tensione con le forze dell’ordine, ci sarebbero infatti alcuni elementi armati di micidiali cerbottane caricate con biglie d’acciaio. È in questo clima che si attende la giornata di domenica, quando è prevista una manifestazione nazionale che vedrà sfilare per le strade di Chiaiano comitati civici, centri sociali e cittadini con una marcia che partirà al grido di «Jatevenne». Ieri mattina, intanto, nella strada d’accesso alla cava nella quale sono al lavoro i tecnici che stanno eseguendo i carotaggi e che era bloccata dalle barricate poi rimosse, sono comparsi i primi stand che ospiteranno i prodotti locali in occasione della Sagra della ciliegia, che durerà fino al 16 giugno. Tende bianche e un largo palco. Strumenti che, di fatto, impediscono a ogni mezzo di percorrere una delle vie di accesso alla cava del poligono. Ieri mattina polizia, carabinieri e polizia municipale sia di Marano che di Napoli hanno eseguito controlli per capire se gli stands avessero ottenuto regolare autorizzazione amministrativa. Ma, come detto, il vero nodo resta quello legato alle due anime della protesta. Chi prevarrà? Ed è ipotizzabile un ritorno di fiamma capace di alimentare nuove tensioni, se non addirittura nuovi scontri? L’attenzione delle forze dell’ordine resta altissima.

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