Impregilo, il Riesame boccia la Procura
Giusdizio sospeso sugli ultimi 90 milioni
Nuovo round a favore di Impregilo, nella complessa partita a scacchi intavolata da ormai quattro anni con la Procura di Napoli. Ieri, il Riesame ha detto no a una nuova azione cautelare presentata dai pm che indagano su ipotesi di truffa nella gestione commissariale dell’emergenza rifiuti in Campania. Ottava sezione del Tribunale del Riesame, presidente Pierluigi Di Stefano (a latere Daniela Cortucci e Stefano Risolo), non passa una nuova richiesta di sequestro di 245 milioni di euro sostenuta dal pool guidato dall’aggiunto Aldo De Chiara e dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. In sede d’appello, dunque, arriva un dispositivo che conferma la decisione assunta dai giudici della quinta sezione penale del Tribuale di Napoli, dove si sta celebrando il processo a carico, tra gli altri, anche del gruppo Impregilo. Scenario mutato rispetto a quattro anni fa - era estate 2007 - quando vennero sequestrati ben 750 milioni di euro, come provento della presunta truffa su cui è in corso il dibattimento di primo grado. Prima il gip Rosanna Saraceno, poi il Tribunale del Riesame confermarono il sequestro. Vicenda che cambiò invece direzione una volta in Cassazione, anzi, una volta dinanzi alle sezioni unite della Suprema corte, dove la richiesta di maxisequestro incassò una lettura differente. I giudici - in sintesi - chiesero che la Procura stabilisse un quantum della presunta truffa, separando in modo analitico incassi leciti dall’ipotesi di profitti illeciti. Storia complessa, per la quale gli inquirenti avevano recentemente offerto ai giudici (quinta penale e ottava Riesame) nuove testimonianze, elementi di recente acquisizione. Difeso dal penalista Alfonso Maria Stile, il gruppo attualmente guidato da Massimo Ponzellini ottiene un nuovo provvedimento a favore. Si legge oggi in una nota di Impregilo: «La somma da sequestrare era di circa 245 milioni di euro, in relazione alla tariffa di smaltimento dei rifiuti incassata da Fibe e Fibe Campania prima della risoluzione dei contratti e su cui, peraltro, già la Suprema Corte di Cassazione si era espressa escludendone la sequestrabilità». Caso chiuso, dunque? Non ancora. In ballo ci sono una novantina di milioni di euro (che non vanno ritenuti sotto sequestro), per i quali si discute sul rinvio della Cassazione, che aveva annullato anche in questo caso un precedente provvedimento di sequestro. In questo caso, ancora in sospeso, dunque, la valutazione sui crediti vantati dal gruppo Impregilo nei confronti del commissariato di governo e dei comuni, a proposito della raccolta differenziata e delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti. Attesa per il nuovo pronunciamento del Riesame, mentre in borsa Impregilo guadagna il 3,4% proprio grazie al dispositivo depositato ieri dai giudici partenopei