Dilaga la rivolta, caos e barricate a Chiaia Cittadini esasperati: "Non votiamo più"

Alla Riviera cassonetti ribaltati in strada. Rogo di rifiuti sotto casa della Iervolino
13 maggio 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Poco prima di mezzogiorno a piazza della Repubblica i cassonetti diventano barricata, lungo la Riviera di Chiaia i sacchetti sventrati sono il segno della rabbia: ieri la protesta è andata in scena anche nella cosiddetta zona bene della città dove le montagne di spazzatura sono state portate al centro della carreggiata da persone esasperate. Il cattivo odore, la necessità di destreggiarsi tra i cumui hanno scatenato un raid che sa di teppismo. Si blocca il traffico, le code si allungano, arrivano fino a piazza Vittoria. Un automobilista prova a forzare, ma resta impantanato tra i rifiuti. Sui marciapiede la gente si ferma, si tappa il naso, commenta. «Nessuno vada alle urne...», incita un uomo. Rifiuti a Napoli «E per chi dovremmo votare? - replica una donna - Poi dicono che la gente abbandona la politica...». Scene così non si ricordavano dal 2008, quando, poco prima di Pasqua, gli abitanti della Riviera e delle strade adiacenti per protesta lanciarono il contenuto dei sacchetti al centro della strada Ma non si ferma qui il bollettino delle proteste. L’elenco comprende tre blocchi del traffico con conseguenti maxi ingorghi, incendi sparsi per la citta, quaranta solo nella notte, cumuli rovesciati lungo le strade. Gli episodi più gravi in via Bracco, proprio nei pressi della casa del sindaco Iervolino dove un rogo ha divorato un’auto; all’incrocio tra via Duomo e via Foria dove i cassonetti sono stati utilizzati per formare una barricata; in via Lahalle dove lo stop alla circolazione ha creato difficoltà all’area adiacente alla stazione centrale. Un altro blocco c’era stato in mattinata quando un manipolo di dipendenti dei consorzi di bacino guidati dal portavoce dei sindacati autonomi, Vincenzo Guidotti, ha raggiunto i mezzi dell’esercito in via Don Bosco e ha cominciato a portare a mani nude i sacchetti sul camion dei miliari fermando contemporaneamente le auto. Da anni gli addetti dell’articolazione napoletana del consorzio non hanno compiti da svolgere: proprio per questo hanno protestano contro quella che hanno interpretato come una supplenza da parte dei soldati. Momenti di tensione anche a Terzigno dove i manifestanti, mamme vulcaniche in testa, hanno bloccato sette camion che, a loro parere, provenivano da Napoli mentre la discarica per accordo con Berlusconi deve arrivare solo l’immondizia dei paesi vesuviani. I compattatori sono rimasti a lungo fermi davanti alla discarica mentre i manifestanti tentavano di svolgere accertamenti sulla provenienza dei mezzi. Poi nel pomeriggio il presidente dei sindaci del Parco Nazionale del Vesuvio, Giuseppe Capasso, ha assicurato che «neanche un chilogrammo dei rifiuti conferiti a Cava Sari provengono da Napoli». A quel punto finalmente la tensione è calata e i mezzi hanno potuto sversare. La situazione, dunque, resta drammatica anche se ieri Regione e Comune hanno concordato su un leggero miglioramento. La Regione ha reso noto che alle ore 18 di oggi ieri erano state conferite 2.585 tonnellate di rifiuti tra la città e la provincia, un po’ meno di quanto prodotto. Ma in serata l’apertura degli impianti ha permesso di recuperare qualcosa sulla giacenza che ora la Regione valuta in 1600 tonnellate e il Comune 2.550 tonnellate. «Mercoledì - dice l’assessore all’Igiene Urbana, Paolo Giacomelli - abbiamo raccolto e conferito 1537 tonnellate e c’è stato un leggero recupero sulle quantità in città. L’importante è che gli impianti continuino ad accogliere i rifiuti senza intoppi».

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