Smaltimento rifiuti, rincara il costo energia
Energia elettrica più cara per le imprese di Terra di Lavoro, la Provincia aumenta l'addizionale. Dopo averla lasciata immacolata per dieci anni, l'esecutivo targato Zinzi afferra al volo le nuove disposizioni per gli enti campani, dettate dal tanto discusso decreto noto ai più come «mille proroghe», approvato poche settimane fa dal governo. E così, per coprire i costi indiretti collegati al ciclo dei rifiuti, arriva la maggiorazione di circa il trenta per cento dell'addizionale. Un incremento che frutterà all'ente provinciale ben 2 milioni e mezzo di euro in un anno, provocando per le aziende un aumento annuale della bolletta pari al massimo a poche centinaia di euro. «Non volevamo mettere le mani nelle tasche dei cittadini» spiegano dagli uffici di corso Trieste. «È un provvedimento che nel complesso gioverà alla comunità, consentendo di rimanere invariata la Tarsu che comunque avrebbe interessato anche gli imprenditori». Un ragionamento che solleva non poco i residenti già provati dai ripetuti aumenti che si stanno susseguendo in queste ultime settimane, specialmente nel capoluogo di provincia, ma che convince poco gli imprenditori già falcidiati dalla crisi, ora dunque alle prese con il «mille proroghe». Secondo quanto stabilito, infatti, per gli enti della Campania è possibile coprire i costi della Tarsu aumentando appunto l'addizionale inerente l'energia elettrica; manovra che ha l'odore, o meglio il maleodore considerando il fine del rincaro, di artificio per aggirare il malcontento della popolazione. In sostanza: meno rumore per gli aumenti, riguardanti inoltre una sola categoria, ma stesso effetto sul profilo economico. Se si considera però che questa operazione è tecnicamente possibile anche a livello comunale, in quanto parte del ciclo dei rifiuti è coperto dai Comuni, l'effetto stavolta, potrebbe essere a dir poco devastante, soprattutto per le nostre imprese. Tra un rincaro e l'altro infatti, le aziende locali non sanno più come sbarcare il lunario. Sorprende poco, il dato raccapricciante fornito dallo stesso ente provinciale, che vuole un ulteriore incremento nel 2010 delle aziende che paradossalmente in Terra di Lavoro hanno chiuso i battenti. Ancor meno sorprendono i dati, volendo tracciare un quadro ancor più preciso dell'economia locale, inerenti la pressione fiscale, superiore al 43% con un Pil pro-capite tra i più bassi della penisola, al pari dei livelli salariali. Di crescita insomma non se ne parla, tutt'altro. Tra i tanti fattori a rallentare lo sviluppo delle aziende locali e non solo, vi è dunque proprio il caro energia, con l'Italia che vanta tra i prezzi più alti del resto d'Europa. La maggiorazione dell'addizionale locale che sale quindi a 0,014705 euro per ogni kwh, non gioverà certo alle imprese di Terra di Lavoro. Proprio su questo aspetto, la Provincia prova a difendersi: «Non influirà molto sul settore», spiegano dagli uffici. Ma è difficile non collegare un aumento dei costi dell'energia per le imprese ad un aumento dei costi dei prodotti al consumatore, a limitare così il livello concorrenziale delle aziende del territorio casertano. Un territorio dove tanto si parla di lavoro sommerso, in cui Caserta primeggia ovviamente in senso negativo, e soprattutto di evasione fiscale che supera il 65%. Evasione corroborata appunto da diversi casi emersi ultimamente, di imprenditori che non riescono più a pagare regolarmente i tributi. Alla luce di questi dati, è facile immaginare come questo aumento possa infine, mettere ulteriormente in difficoltà una ditta operante sul territorio.