L’esperto: con il caldo cresce il rischio infezioni

L'oncologo Marfella: "Attenti a non bruciare i rifiuti i roghi provocano diossina"
11 maggio 2011 - Patrizia Marino
Fonte: Il Mattino

L’emergenza rifiuti non è soltanto una seria emergenza politica ma anche una grave emergenza igienico-sanitaria. Cumuli di spazzatura rendono ormai l’aria irrespirabile dal centor alla periferia. «Dai sacchetti abbandonati per strada a marcire esce di tutto e l’arrivo del caldo intervallato da giornate piovose, aumenterà ancora di più la putrefazione e la fermentazione dei rifiuti, il rischio di infezioni è alto - spiega Antonio Marfella tossicologo ed oncologo presso l’Istituto Pascale - poiché l’umido andando in putrefazione attira insetti, mosche ma anche ratti che a loro volta diventano un veicolo di trasmissione di batteri e virus. In questo momento è essenziale da parte degli operatori dei mercati ortofrutticoli di provvedere al massimo rispetto delle norme vigenti in tema di riduzione dei residui della merce al dettaglio evitando al massimo di lasciare per terra frutta e verdura sparsa. C’è quindi un rischio in questo momento non solo tossicologico ma soprattutto infettivo. Per ciò che riguarda le scuole al momento non c’è nessun pericolo ma per i genitori la raccomandazione è quella di non far toccare o manipolare ai bambini i rifiuti, compresi oggetti abbandonati per strada. Dal punto di vista tossicologico - prosegue Marfella- il pericolo invece proviene dalla diossina che viene sprigionata dai roghi dei sacchetti. Ormai, infatti, nei cumuli di spazzatura troviamo bottiglie di plastica ed altri materiali non urbani, che determinano con la loro combustione una serie di sostanze tossiche. La plastica, infatti, costituisce la maggior parte del residuo secco e la sua combustione sprigiona nell’aria gas altamente nocivi». Ma il rischio diossina è anche purtroppo da ricercare nelle discariche abusive e nei rifiuti sotterrati. «La diossina è una componente chimica di oltre 200 sostanze diverse e tossiche combinate tra loro che hanno moltepliche caratteristiche quali la difficoltà a biodegradarsi, a perdurare nell’ambiente ed una forte tendenza ad accumularsi negli organismi viventi. Ma i suoi danni tossicologici sono silenti - spiega Marfella - non si evidenziano nell’immediato ma solo dopo qualche anno creando patologie molto serie riguardanti anche e soprattutto il sistema endocrino, il sistema immunitario compromettendo anche fasi dello sviluppo e della crescita. Si calcola secondo recenti studi - prosegue l’oncologo - che i tumori del colon retto ma anche altri tipi di tumore siano in fortissimo aumento proprio in Campania». «Mentre nell’immediato - prosegue Marfella- i danni possono sussistere per l’apparato respiratorio a carico di bronchi e polmoni a causa dei gas inalati causati dai roghi dei rifiuti. Ma ciò che risulta estremamente tossico sono i pneumatici bruciati, che sviluppano idrocarburi policiclici aromatici (ipa), che uniti alle polveri sottili formano un cocktail veramente micidiale per l’apparato respiratorio. Cercare quindi- conclude Marfella - seppure condividendo in pieno lo stato d’animo di preoccupazione e di rabbia di fronte ad un così alto stato di degrado di non aggravare la situazione igienico sanitaria bruciando per strada ”la munnezza“ ed un appello è rivolto non solo alle istituzioni ma anche agli organi competenti di controllo come le Asl ed altri presidi sanitari che devono svolgere a pieno e con gran senso di responsabilità il loro lavoro. Ne va della salute di tutti quanti noi».

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