Rifiuti, l'avvocato dei boss mediava
I verbali: interessò la Farnesina
Un piede negli Stati Uniti, l’altro al ministero degli Esteri, con qualche puntata negli uffici romani di un uomo (politico?) che concede «una cosa» propedeutica al decollo di una misteriosissima iniziativa. Oggetto della trattiva, la creazione di un nuovo consorzio che possa gestire il comparto dell’ambiente in tutta la Campania. Gli interlocutori, quelli con un piede in Italia e un altro in mezzo mondo, sono un imprenditore di Belluno specializzato nel trattamento dei rifiuti e due avvocati, Michele Santonastaso e Catello Di Capua, coinvolti in un’inchiesta sul clan dei Casalesi. Le loro conversazioni, intercettate nel 2010 dalla Squadra mobile di Caserta, sono state trascritte e depositate dal pm Cesare Sirignano, all’attenzione del gup Anita Polito che sta decidendo sulla posizione di Catello Di Capua, per anni il difensore dei più importanti collaboratori di giustizia del clan dei Casalesi. E sono conversazioni che aprono un nuovo fronte nella più complessa vicenda della gestione del ciclo dei rifiuti, monopolizzata appunto dai Casalesi. Lo scenario è riassunto in una informativa di ventisette pagine, depositato da Angelo Morabito (dirigente dell’ufficio investigativo casertano) il 7 febbraio scorso. Sintetizza le conversazioni tra Michele Santonastaso, Catello Di Capua e Pasqualino Maurizio Sarlo, l’imprenditore veneto che conta moltissimi contatti all’estero. Parlando con l’avvocato casertano, difensore dei boss Francesco Bidognetti e Antonio Iovine nel processo Spartacus e detenuto dal settembre dello scorso anno, dice: «Devo andare in Spagna, devo andare in Russia e devo andare negli Stati Uniti, quindi immagina te, non credo che riesco a ritornare a Roma». Le comunicazioni tra Santonastaso e Di Capua sono generalmente molto stringate, nonostante avvengano su telefoni «protetti», intestati a prestanome o a persone sconosciute. Si snodano tra il febbraio e il luglio del 2010, e hanno tutte ad oggetto il «consorzio napoletano», il cui iter era in corso un anno fa. Santonastaso svolgerebbe il ruolo di rappresentante di una non meglio specificata cordata di imprenditori casertani. È in questo contesto che si sarebbe verificato un incontro tra Catello Di Capua (per il quale ieri il pm Sirignano ha chiesto la condanna a tre anni e sei mesi, per rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento) e tale «Scotti», dal quale avrebbe avuto «quello che doveva avere», cioè il necessario per «decollare». Compare il tentativo di incontro con un uomo vicino all’Idv, a Napoli nel luglio scorso ma subito partito per Reggio Emilia. Più esplicito il riferimento a contatti con il ministero degli Esteri, con un appuntamento che Michele Santonastaso avrebbe procurato a Maurizio Sarlo per il 22 luglio del 2010. Un incontro nel quale tutte le parti interessate dovevano assumere impegni precisi per capire «cosa serve e quando partire». È stato lo stesso Maurizio Sarlo a confermare che l’oggetto degli incontri e dei suoi rapporti con l’avvocato Michele Santonastaso era la creazione di un nuovo consorzio dei rifiuti. Lo ha fatto nel corso di un interrogatorio, reso al pm Sirignano nel marzo scorso, il cui verbale pure è allegato agli atti a disposizione del giudice Polito. A suo dire, al progetto di Santonastaso avrebbe dovuto collaborare «Gianteresio Iacometti, manager di molte grandi imprese e soprattutto coordinatore di un gruppo di scienziati che hanno come progetto la gestione e la risoluzione di problemi legati al mondo della raccolta dei rifiuti e dell’energia alternativa, addirittura più avanzate del fotovoltaico». L’avvocato dei boss casalesi aveva infatti intenzione di «creare un consorzio che si occupasse della gestione e dello smaltimento dei rifiuti in Campania, composto da un lato da un gruppo di scienziati coordinato da Iacometti e dall’altro da un gruppo imprenditoriale campano rappresentato da Santonastaso».