Da Bruxelles sussidi ai pescatori per ripulire il mare dalla plastica
nel Mediterraneo 18000 oggetti per ogni chilometr di costa
Bruxelles. Pescatori di plastica. Per ripulire il mare dai detriti che lo deturpano e che minacciano la fauna marittima, la Commissione europea sta pensando di dare dei sussidi ai pescatori per riportare a riva i sacchetti di plastica e altri pezzi di materiale non biodegradabile, in modo da aiutare una categoria in difficoltà a superare la crisi del settore. E ad accettare più facilmente l’altro, controverso pilastro della «ambiziosa riforma» che la commissaria per la Pesca, la greca Maria Damanaki, si prepara a varare il 13 luglio: la messa al bando dei cosiddetti «rigetti», ossia la pratica di buttare in mare i pesci con poco valore commerciale, anche quando sono ormai morti o morenti. Solo nel Mare del Nord, questo è il destino di circa un milione di tonnellate di pescato e l’abitudine ha suscitato molta impressione presso l’opinione pubblica, soprattutto in Gran Bretagna, dove è nato un gruppo di pressione, «Fish Fight», mentre i pescatori difendono il loro diritto a concentrarsi sulla pesca di specie più redditizie per non superare le quote di pescato. Ma con l’idea di pagare i pescatori perché ripuliscano i mari – una misura che si associa alla lotta senza quartiere che la Ue sta conducendo contro le buste di plastica – Bruxelles potrebbe aver colto due piccioni con una fava. Da una parte andare incontro alle richieste dei pescatori e dall’altra liberarsi dei circa duemila oggetti, la maggior parte dei quali di plastica, che ogni anno si depositano su ciascuno dei circa 68mila km di costa dell’Unione europea. La situazione nel Mediterraneo è ancora peggiore, con 18.000 oggetti per km ogni anno. Un dramma, che non risparmia neppure i fondali, dove circa la metà della plastica si inabissa, tanto che i comandanti dei sottomarini giurano di vedere regolarmente buste di plastica anche a mille metri di profondità. Secondo l’Università di Liegi, nell’estate del 2010 la maggiore concentrazione di plastica nel Mediterraneo era proprio in Italia, nel nord del Tirreno e a largo dell’Isola d’Elba, con 892.000 frammenti di plastica per km quadrato. Una situazione che potrebbe tornare a favore dei pescatori, che inizialmente riceverebbero sussidi dagli Stati membri Ue, ma che in futuro potrebbero scoprire nelle loro reti qualcosa di molto redditizio, visto il crescente valore della plastica riciclabile.