"Non faccio patti per il potere"

De Luca replica a De Mita e ricorda le navi dei veleni
"Via il segreto di stato"
7 maggio 2011 - Luigi Basile
Fonte: Il Mattino Avellino

Il duello a distanza tra il Pd e l' Udc prosegue. Il senatore Enzo De Luca ha approfittato dell'occasione offertagli da un convegno su legalità e rifiuti, tenuto ieri a Quindici, per rispondere - pur senza mai citarlo - agli attacchi che il coordinatore regionale dello scudo crociato, Ciriaco De Mita, gli aveva indirizzato soltanto qualche giorno addietro, nel corso di un'iniziativa elettorale a Montefredane. Durante il suo intervento, nel quale si è espresso soprattutto su temi come l'emergenza rifiuti e le infiltrazioni malavitose che si registrano nel settore ambientale, De Luca ha citato i padri nobili della Democrazia Cristiana come esempio di coerenza politica, qualità che secondo il parlamentare democratico non avrebbe chi ha scelto di allearsi con la destra. Il riferimento è all'asse «programmatico» Udc-Pdl voluto e benedetto dal leader di Nusco sia alla Provincia, che in Regione. «Credo che la mia storia politica valga più di mille vaniloqui e, a proposito di modelli e culture di riferimento, rivendico con orgoglio la fedeltà al pensiero di uomini come Sturzo, De Gasperi e Moro che mai avrebbero tradito i loro valori di riferimento per allearsi con la destra, al solo fine di spartirsi poltrone e postazioni di puro potere». Una vera e propria bordata rivolta a De Mita che più volte, anche negli ultimi interventi pubblici, aveva sempre sottolineato che l'Udc ha contratto con il Pdl, solo un accordo programmatico, più che politico, come risposta all'immobilismo amministrativo della Regione. Ma De Luca ha voluto rispondere anche alla etichetta di «cooptato» attribuitagli da De Mita. «Allergico come sono a cooptazioni e investiture mi sono sempre sottoposto al giudizio delle urne e non credo di dovermi difendere per essere stato eletto ogni volta». L'esponente democratico ha rivendicato il proprio impegno: «Per rispettare la volontà di quanti hanno creduto che io potessi rappresentare il territorio, mi sto impegnando soprattutto nella lotta alla criminalità organizzata, il fronte sul quale tutta la politica, al di là della appartenenze di partito, dovrebbe concentrare la propria attenzione». De Luca ha anche tirato in ballo le responsabilità della politica nell'estensione della criminalità organizzata. «Se le mafie hanno assunto il monopolio di alcune fasi del ciclo dei rifiuti e dei traffici illeciti è stato anche a causa di distrazioni e inefficienze del passato». Il parlamentare del Pd fa riferimento, non a caso, a specifiche situazioni riguardanti il traffico di rifiuti tossici. «Abbiamo la prova che nell'affondamento delle cosiddette navi dei veleni siano stati coinvolti pezzi di apparati dello Stato, a partire dai Servizi segreti deviati. Per approfondire l'argomento e chiarire lati oscuri ed eventuali coinvolgimenti, con il presidente Pecorella stiamo pensando di chiedere al Copasir di togliere il segreto di Stato da alcuni atti». La vicenda a cui si riferisce De Luca, è una indagine nata da una inchiesta della Procura della Repubblica di Paola, sulla scorta delle rivelazioni di un collaboratore di giustizia, ex affiliato alla 'ndrangheta, Francesco Fonti, che ha parlato di una presunta connection tra la mafia calabrese e figure istituzionali, per lo smaltimento di scorie radioattive ed industriali intorno agli anni novanta. Nei giorni successivi al ritrovamento - nel settembre del 2009 -, in fondo al mare, delle carcasse delle navi dei veleni, il pentito di mafia ha rilasciato diverse interviste ad organi di stampa nazionali, nelle quali parlava sia delle supposte connivenze con funzionari pubblici e politici, ma anche di alcune frequentazioni importanti che sostiene di aver avuto. Tra i nomi fatti da Fonti vi erano anche quelli di De Michelis e De Mita. L'ex numero uno della Dc ha, però, sempre fermamente negato ogni frequentazione e minacciato querele.

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