Le mani dei clan su Chiaiano nuovo sequestro
Partono i carotaggi ma sversamenti ridotti
Sequestrata, ma solo in parte, la discarica di Chiaiano. Un area di 266 metri quadrati è stata recinta per permettere i carotaggi su decreto disposto dai pm Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio. Obiettivo: verificare se si sono verificate infiltrazioni di percolato a causa della scarsa qualità dei materiali che potrebbero essere stati utilizzati per impermeabilizzare il fondo della discarica. I carabinieri del gruppo tutela ambiente, guidati dal maggiore Giovanni Caturano, hanno anche notificato nuovi avvisi di garanzia a dieci persone, tecnici e amministratori della Ati formata da Ibi ed Edilcar per la gestione della discarica: tutti già sono indagati dal 21 marzo per traffico illecito di rifiuti e frode in pubbliche forniture . Ora ai dieci viene anche contestata l'aggravante di avere agito per agevolare il clan camorristico dei Casalesi. Il pentito Gatano Vassallo ha infatti raccontato una serie di episodi che coinvolgono Antonio D’Amico della Ibi e i fratelli Tartaglia, soci della Edilcar. Dichiarazioni in attesa di riscontri. Vassallo ha detto di essere stato portato all’epoca della realizzazione delle proprie discarica (tutte aperte nel giuglianese) alla presenza di Pasquale Zagaria che gli avrebbe presentato D’Amico come «persona sua». I Carandente Tartaglia sarebbero, invece, legati ai Mallardo e ai Nuvoletta, a loro volta alleati dei Casalesi. I militari del Noe hanno anche sequestrato la documentazione delle analisi dei collaudi in due laboratori di Pompei e Scafati. Tutto il materiale sarà ora esaminato dai ctu, esperti nominati dalla procura dal gip e dalle parti. Il sequestro non bloccherà i conferimenti che continueranno, però, a rilento. L’ufficio flussi della Regione ha infatti comunicato che «Le notizie relative al sequestro di parte della discarica di Chiaiano non comporteranno difficoltà nei conferimenti dei rifiuti già programmati». Ma si trattava, comunque, di quantitativi ridotti: da Napoli arriveranno solo cento tonnellate. La discarica era stata aperta nel 2009 dopo una difficile gara di appalto: I lavori vengono assegnati alla Pescatore, poi si le analisi dimostrano la necessità di una bonifica del fondo: la cava era stata utilizzata come poligono di tiro e contiene detriti. La Pescatore chiede un aggiornamento prezzi. La struttura di Bertolaso risponde picche. La Daneco, che aveva partecipato all’appalto assicurandosi il secondo posto, si tira indietro all’ultimo minuto e scende in campo la Ibi sempre in società con la Edilcar sui cui terreni vengono sistemati gli uffici, proprio come avevano previsto i Carantende in una serie di telefonate intercettate.Cambia anche il direttore dei lavori e le opere procedono a ritmo serrato fino all’apertura nel febbraio del 2009. E a quel punto i carabinieri del Noe già stanno monitorando quello che succede dentro e fuori la discarica e riescono quindi a filmare i camion mentre prelevano l’argilla nel sito abusivo (e già sigillato) di Montecorvino Pugliano e la portano a Giugliano nell’area di proprietà della Edilcar dove la mischiano al terreno di fondocava di Chiaiano (quello che era stato rimosso perché conteneva detriti) e la riportano in discarica. Intanto la Ibi viene colpita prima da una interdittiva «anomala», una sorta di avvertimento da parte della prefettura, e poi da una interdittiva antimafia vera e propria. Tenta il ricorso, che però nelle scorse settimane viene bocciato dal Tar.