Spiagge ai privati per 90 anni la rivolta degli ambientalisti

Tremonti frena: "Restano pubbliche, non cambia nulla"
6 maggio 2011 - b.c.
Fonte: Il Mattino

ROMA. Arriva il diritto di superficie. Una nuova normativa che disciplinerà litorali e spiagge su cui sorgono chioschi e stabilimenti balneari, case e strutture turistiche. Durerà 90 anni e si pone come obiettivo di mettere finalmente ordine nel settore. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti tiene subito a precisare che non ci sarà nessuna vendita o svendita delle spiagge ai privati. In pratica, tutto ciò che è terreno su cui insistono insediamenti turistici sarà oggetto di diritto di superficie. E dovranno essere proprio gli imprenditori che vorranno proseguire la loro attività a mettersi in regola. Il diritto sarà a pagamento, calibrato sui prezzi di mercato, e sarà rilasciato solo se sotto il profilo fiscale e previdenziale tutto sarà a posto. Le rassicurazioni di Tremonti non convincono però i Verdi. Il loro leader Angelo Bonelli parla senza mezzi termini di svendita del demanio marittimo. Un decreto con all'interno «la privatizzazione delle spiagge è un regalo senza precedenti a mafiosi, abusivi e speculatori» rincara la dose Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente. Ma entriamo nei dettagli: il meccanismo individuato dal governo prevede - al posto delle attuali concessioni da rinnovare periodicamente - l’istituzione di un diritto di superficie che avrà la durata di 90 anni. La novità arriva in un momento di forte tensione per gli operatori del settore, per la prospettata applicazione di una direttiva europea che avrebbe impedito il rinnovo automatico delle concessioni, in favore di aste. Il nuovo assetto dovrebbe ora stabilizzare la situazione e nelle intenzioni dell’esecutivo dovrebbe favorire gli investimenti di lungo periodo, anche se molti aspetti applicativi, a partire dagli importi richiesti come corrispettivo, restano tutti da chiarire. Il diritto si applicherà in modo differenziato a seconda che le coste siano edificate o meno: nel primo caso riguarderà i soli arenili (la fascia che si trova dietro le spiagge), nel secondo le edificazioni già esistenti, anche se si trovano su spiaggia o scogliera. Toccherà agli enti locali, insieme con l'Agenzia del Demanio, fissare la delimitazione tra spiagge e arenili e quella delle aree già occupate. Le strutture però dovranno essere già regolari dal punto di vista urbanistico mentre, qualora non lo siano già, dovranno essere accatastate. In caso di mancato rispetto di questi vincoli è prevista la demolizione. Gli altri obblighi per le imprese interessate comprendono il pagamento di un corrispettivo annuo che sarà fissato dall'Agenzia per il Demanio «sulla base dei valori di mercato», la regolarità contributiva e in campo fiscale l'adesione agli studi di settore. Il decreto ribadisce esplicitamente che per i cittadini resta intatta la possibilità di passare sulla battigia e di fare il bagno. La novità del diritto di superficie dovrebbe collegarsi con la possibilità di istituire distretti turistico-alberghieri in cui gli obblighi burocratici siano drasticamente semplificati.

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