«Soldi per zittire il teste d’accusa» Restano in cella i fratelli Cigliano
"Fondi la manager Fiorito"
Niente sconti, né passi indietro. L’inchiesta a carico dei Cigliano, sul presunto tentativo di ammorbidire le accuse di un teste d’accusa, non fa registrare battute d’arresto. Anzi, esce rafforzata dal giro di boa del Riesame: è di ieri la decisione della ottava sezione del Tribunale del Riesame di rigettare la richiesta di revoca delle misure cautelari applicate a carico dei Cigliano due settimane fa. Restano quindi in cella il consigliere provinciale (Pdl) Dario Cigliano, ma anche il fratello Corrado, oltre al loro presunto factotum Gaetano Cipriano. Resta ai domiciliari, Antonio Cogliano, ultrasettantenne padre dei due fratelli in cella. Regge l’accusa sostenuta dal pool guidato dal procuratore aggiunto Gianni Melillo secondo la quale, i Cigliano avrebbero organizzato una strategia per addolcire il contenuto delle dichiarazioni rese da Salvatore Fiorito, ex manager Davideco, un tempo in affari con la Enerambiente, principale appaltatrice Asia a proposito di raccolta dei rifiuti. Inchiesta contenitore, c’è un po’ di tutto: dagli assalti ai compattatori di Enerambiente, alle assunzioni pilotate; poi ipotesi di mazzette a fine mese girate da Fiorito al presunto blocco affaristico riconducibile ai Cigliano. Tutto da verificare, accertamenti in corso. Difesi dal penalista Valerio De Martino, i Cigliano hanno respinto le accuse, a partire dalla presunta somma di denaro (1500 euro) che sarebbe stata offerta a Fiorito per indurlo a zittire, a mitigare le accuse, insomma a ritrattare. In tutto - stando alla difesa - ci sarebbe stata una raccolta di soldi spontanea, una sorta di colletta di 1500 euro da parte di colleghi di Fiorito, per far fronte all’indigenza della moglie dello stesso ex presidente coop finito in cella. Vicenda che ora fa i conti con le accuse rese nel corso di un incidente probatorio dallo stesso Salvatore Fiorito, che ha parlato di una lista di personale da assumere che gli veniva recapitata via mail prima di ogni riformulazione del contratto.