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Melchionda: un tranello teso dal commissariato

29 maggio 2008 - Emanuela Carrafiello
Fonte: Il Mattino Salerno

«Il Commissariato per l'emergenza rifiuti ha teso un tranello»: così il sindaco di Eboli stigmatizza l'azione "diplomatica" condotta tra il Comitato di quartiere Santa Cecilia ed il generale Giannini sulla vicenda Coda di volpe, da circa dieci giorni sede di balle da rifiuto. «Nelle richieste presentate dai cittadini - spiega Martino Melchionda (nella foto con don Peron) - oltre alla possibilità di accedere all'impianto con una commissione tecnica, cosa che ritengo necessaria per monitorare il sito, vi è un punto che non condivido, ovvero attendere che venga costruito il termovalorizzatore prima di rimuovere il pattume alla foce del Sele». Non usa mezzi termini Melchionda per insistere sulla rimozione ad horas delle balle nell'ex impianto di depurazione, «questo passaggio contenuto nel documento sottoscritto dal locale comitato di quartiere potrebbe essere un boomerang, ovvero depotenziare una possibile inchiesta giudiziaria». Il primo cittadino di Eboli non crede più nella collaborazione della struttura commissariale, alla luce delle azioni condotte in questi mesi a danno del suo territorio: «Siamo pronti a diffidare gli organi preposti alla salvaguardia della salute e del territorio se le soluzioni per contenere i disagi dovessero tardare». «Non mi esprimo sull'area del Cdr, è territorio di Battipaglia», lapidario il sindaco glissa sulla seconda area di stoccaggio scelta alle spalle del Cdr, poi aggiunge: «le inchieste della magistratura in queste ore non aiutano a fare chiarezza». Apre una parentesi Melchionda in merito all'azione giudiziaria condotta dalla Procura di Napoli sulle "ecoballe" e che vede tra i coinvolti, loro malgrado, due concittadini: Alessandro Pansa, prefetto di Napoli e Domenico Ruggiero, direttore dell'impianto di Cdr di Battipaglia. «Confido sulla loro onestà, spero solo che venga presto fatta luce sulla vicenda». Ciò per cui si vedono indagati i vertici del Commissariato ed i responsabili dei sette impianti Fibe-Fisia è la produzione di «immondizia impacchettata e gettata in discarica». Una vicenda che parte dal 2005 protraendosi fino ai primi mesi del 2008, dimostrando che ciò che oggi si verifica sulla Marina di Eboli è cosa già vista. Alla foce del fiume Sele le balle da rifiuto stoccate presentano involucri lesionati, sia per il trasporto sia durante la movimentazione. Il 60-70% delle balle depositate risulta compromesso, la guaina di impermeabilizzazione che dovrebbe isolare i rifiuti tritovagliati è in parte o totalmente rotta. La piramide di balle da rifiuto ha raggiunto quasi i cinque metri d'altezza ed è visibile a diversi chilometri, e senza una opportuna copertura presto l'area della piana del Sele diverrà irrespirabile e già con i primi caldi estivi odori nauseabondi hanno invaso l'area circostante al primo cambio di vento.

 

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