Un olivo per ricordare Chernobyl

Manifestazione dei verdi alla centrale del Garigliano e a San Gregorio Armeno
27 aprile 2011 - Oreste D’Onofrio
Fonte: Il Mattino

Sessa Aurunca. Piantare un albero di olivo dinanzi alla centrale nucleare dismessa del Garigliano, venticinque anni dopo il disastro di Chernobyl. L’iniziativa è dei Verdi campani, di cui è commissario regionale Francesco Emilio Borrelli, e fa parte della giornata di mobilitazione contro il nucleare, iniziata ieri mattina con la presentazione a San Gregorio Armeno di un presepe antinucleare, realizzato dal maestro Genny Di Virgilio, con pastori che si proteggono dalle radiazioni. «Abbiamo piantato un albero di olivo all’ingresso della centrale del Garigliano - ha affermato Borrelli- e abbiamo portato le bandiere contro il nucleare all’ingresso della struttura. Il nostro è un ulteriore monito che la centrale andrebbe smontata completamente, anche perché si tratta del peggiore impianto nucleare costruito, tant’è che sono stati numerosi gli incidenti dovuti a varie cause, tra cui le esondazioni del fiume Garigliano». Ed ancora: «Vogliamo sapere cosa stia succedendo all’interno della centrale che registra il record di incidenti in Italia nel periodo in cui è stata in funzione. Va sottolineato, poi, che da oltre un anno la Sogin, la società che gestisce gli impianti nucleari, ci impedisce di entrare con i nostri esperti per capire cosa stiano realizzando e che tipi di messa in sicurezza abbiano attivato, visto che il sito è soggetto a continui allagamenti. La Sogin - ha denunciato Borrelli - ha da sempre, secondo noi Verdi, un atteggiamento poco trasparente nella gestione dell’impianto». «Inoltre - ha aggiunto il commissario dei Verdi - vogliamo sapere la verità sui lavori per realizzare il nuovo sito di contenimento delle scorie radioattive costruito nell’ultimo anno e che potrebbe contenere i rifiuti radioattivi di tutta Italia. Ci opporremo con i nostri corpi ad un simile scempio». Borrelli ha, infine, sottolineato «come sia sconvolgente che il presidente della regione Campania Caldoro abbia potuto dire sì al nucleare, anche perché il Sud già produce il 12% in più del proprio fabbisogno e quindi l’eventuale energia nucleare che si andrebbe a produrre avvantaggerebbe solo il Nord». E poi anche una stoccata al governo Berlusconi che «ha scelto la ricorrenza dei 25 anni di Chernobyl per dichiarare agli italiani di averli presi in giro per l’ennesima volta sul nucleare. Vogliamo perciò che sul nucleare si dia la parola agli italiani». Intanto per sabato 30 aprile è stata organizzata a Sessa una “catena umana” contro le centrali nucleari. La mobilitazione partirà, alle ore 10.30, da largo Cappuccini per snodarsi lungo le vie cittadine fino a piazza XX Settembre. «Vogliamo gridare ancora una volta no al nucleare - ha dichiarato il Comitato referendario aurunco Garigliano - nel mondo ed ancor più nel nostro territorio. Vogliamo far capire a tutti che non vogliamo subire tutto ciò che ci viene dall’alto». E poi un invito alla popolazione da parte delle ventisette associazioni dell’Alto casertano e del basso Lazio che fanno parte del comitato: «sabato sia una catena umana lunga, con la presenza di cittadini di tutte le età per lanciare alle istituzioni il messaggio forte che non permetteremo che possano giocare sulla nostra pelle. Si punti, invece, alla produzione di energia che non danneggi la salute dei cittadini e del territorio». Anche il Comitato referendario è per difendere il referendum e per la condanna del presidente Caldoro che con il suo assenso al nucleare «non ha tenuto conto neanche che il territorio della Campania è a forte rischio sismico». Dal canto suo la Sogin, la società che gestisce anche l’impianto del Garigliano, ha più volte dimostrato con documenti alla mano che i lavori in corso sono sempre gli stessi, comunicati da anni anche ai Comitati e alle popolazioni residenti, e destinati ad ospitare in maggiore sicurezza unicamente le scorie già presenti nella centrale.

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