Stangata Tarsu, bollette più care del 10 per cento

I rialzi maggiori sulla quota smaltimento
Protesta dei sindaci: scelta inaccettabile
27 aprile 2011 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

La scheda I conti sono stati fatti già da tempo alla SapNa - la società che la Provincia presieduta da Luigi Cesaro ha messo in campo per la gestione dello smaltimento dei rifiuti - così il quarto aumento della Tarsu varato dall’ente di Piazza Matteotti è servito. Un più 25 per cento dei costi di smaltimento dei rifiuti che peserà sulla bolletta dei cittadini per una percentuale del 7-10 per cento. Chi pensa che al peggio non c’è fine non dovrà aspettare che il varo del bilancio di previsione della Provincia che sarà varato entro il 30 giugno. È molto probabile, vista l’impopolarità della questione che verrà approvato solo dopo le amministrative. Veniamo ai conti. La Tarsu a Napoli vale 210 milioni e si compone di due parti: il 73 per cento per i costi di raccolta e spazzamento in carico al Comune, più o meno 153 milioni. Il 27 per cento lo smaltimento dei rifiuti in carico alla Provincia e siamo intorno ai 57 milioni. Quello che aumenterà del 25 per cento è questa parte, si dovranno aggiungere altri 14 milioni per arrivare complessivamente a 71. L’escalation dei prezzi dello smaltimento per tonnellata dalla scorsa primavera a oggi è degno di nota. La provincia stabilì in 99 euro a tonnellata il costo di smaltimento per Napoli. Passano pochi giorni e la SapNa fa il primo ricalcolo, un ritocco all’insù che per arrivare a 102 euro per tonnellata. Passano un paio di mesi e viene fuori che poiché la SapNa è una società per azioni deve pagare l’Iva su quanto incassa e visto che incassa i proventi della Tarsu scatta un ulteriore 10 per cento. Si arriva a 111-112 tonnellate. Giova ricordare che se la Provincia avesse gestito la Tarsu in proprio i cittadini non avrebbero dovuto sobbarcarsi anche l’Iva. Il terzo aumento, i ristori ambientali, è storia di 48 ore fa, per la sua quantificazione si aspetta il parere della Corte dei Conti. È di oggi infine quello del 25 per cento. Dovuto agli eccessivi costi dello smaltimento. Nella sostanza, il problema è che il piano dei rifiuti non è mai decollato, non ci sono impianti sul terriotrio dove smaltire e bisogna andare o fuori provincia o fuori regione e questo fa lievitare i costi. «Napoli - trapela dall’ente di Piazza Matteotti sotto un rigoroso anonimato - ha ancora la tariffa più bassa della Campania per lo smaltimento nonostante l’aumento. A Salerno ci vogliono 170 euro tonnellata, a Caserta 150 ad Avellino più o meno lo stesso A Napoli andremo tra i 130 e i 140 euro». Sgomento, ecco il sentimento più diffuso fra sindaci e amministratori per il doppio aumento della Tarsu. Causato dalla necessità di reperire i fondi per i «ristori ambientali» da destinare ai Comuni che ospitano impianti di trattamento dei rifiuti solidi urbani. Fondi che al momento mancano. E per i costi di smaltimento. Di sicuro l’Anci si metterà di traverso e farà di tutto per opporsi. Nino Daniele, sindaco di Ercolano e presidente di Anci Campania è chiaro: «Un altro ritocco alla Tarsu è inaccettabile - spiega Daniele - bisogna mantenere gli impegni presi e non è possibile che siano sempre i cittadini a pagare. Convocherò gli organismi dirigenti dell’Anci e metteremo in campo ogni strategia utile a far recedere la provincia da questo aumento». Discussione aperta nella quale interviene Michele Saggese, assessore al Bilancio di Palazzo San Giacomo che sta lavorando al bilancio previsionale da lasciare in eredità al successore di Rosa Russo Iervolino. «Chiariamo subito - racconta Saggese - che è sempre la Provincia a determinare la Tarsu. A ottobre, quando scattano i pagamenti dell’anno in corso, vedremo come stanno le cose Saggese è più chiaro: «Bisognerà capire quanto peserà l’eventuale trasferimento di rifiuti fuori dalla provincia di Napoli un calcolo che tocca alla Sapna e quindi alla Provincia».

Powered by PhPeace 2.6.4