Sospetti sulla notte di violenze I comitati: regia dietro il caos

Le associazioni di cittadini
"La nostra lotta è pacifica, i teppisti vogliono danneggiarci"
24 aprile 2011 - d.d.c.
Fonte: Il Mattino

Crocifisso e raid, processione e teppismo. Ma a Terzigno i comitati non accettano, come già era accaduto negli scontri di settembre, di essere accomunati ai violenti. Spiega Angelo Genovese del movimento per la difesa del territorio nell’area vesuviana: «Non ci spieghiamo quello che è successo. Certo c’è esasperazione da parte dei cittadini perché ricomincia la puzza. Ma questi metodi di lotta sono estranei al nostro movimento e alle sue metodologie. Noi cerchiamo sempre il confronto pacato anche se le istituzioni non lo accettano». I comitati da sempre propongono l’estensione della differenziata: «Noi chiediamo un diverso modo di gestione del ciclo dei rifiuti non basato su discariche e inceneritori - dice Genovese - Abbiamo presentato anche il 9 aprile il nostro progetto nella manifestazione regionale, ma restiamo ancora in attesa di risposte». E Giacomo Acunzo del movimento difesa del territorio spiega: «La situazione continua a essere esasperata, qua c’è sempre puzza perché nell’invaso continuano i lavori e la cattiva gestione. Le promesse fatte dalla politica sono rimaste senza riscontri. Noi, invece, stiamo organizzando un censimento delle patologie tumurali in maniera da organizzare il famoso registro dei tumori che in Campania manca». E tutti escludono che a entrare in azione sia stata gente della zona. Sconcerto da parte del sindaco di Boscoreale, che in autunno fu uno dei leader della protesta, ma che ora racconta una realtà totalmente diversa da quella descritta dai comitati: «Non ci sono motivi di esasperazione, non c’è cattivo odore, stanno sversando solo i comuni del vesuviano, le ultime analisi non mostrano nulla di anormale - dice Gennaro Langella - Perciò non ci spieghiamo i motivi di gesti violenti che danneggiano il nostro paese e che comunque condanno fermamente». Ma tra la gente del vesuviano la preoccupazione è palpabile. Innanzitutto c’è tensioni per le difficoltà incontrate da Napoli: molti temono che si possa fare leva su cava Sari per tentare di risolvere la crisi infinita. E poi c’è il disaccordo con il piano regionale che prevede l’allargamento del 15 per cento della capienza delle discariche già aperte: un provvedimento che ovviamente allontana la data di chiusura dell’invaso. Dalla parte dei comitati si schierano i Verdi. «Esprimiamo ancora una volta - dichiarano il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli ed il responsabile dei Giovani ecologisti dei paesi vesuviani Francesco Servino - piena solidarietà ai cittadini di Terzigno esasperati dal cattivo odore e dalla cattiva gestione della discarica che doveva essere chiusa a marzo scorso e invece resterà aperta a tempo indeterminato». E poi i Verdi puntano il dito contro l’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano.

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