Guerra per la discarica, tornano gli incappucciati

Mezzi incendiati, paura a Terzigno. La pista: vendetta per il mancato stop a Cava Sari. L'ombra dei clan
24 aprile 2011 - Giuseppe Crimaldi
Fonte: Il Mattino

Napoli sprofonda nella vergogna dei suoi rifiuti e a Terzigno tornano i raid contro i camion che portano nella Cava Sari i rifiuti raccolti in provincia. È un venerdì di passione, quello che i soliti noti, i professionisti della guerriglia che si nascondono dietro un passamontagna e che approfittano del buio per entrare in azione, consegnano alla cronaca in questa vigilia di Pasqua. Una notte di follia premeditata. Tra venerdì e sabato un nutrito gruppo di teppisti è entrato in azione sulla strada provinciale che porta a Cava Sari. Una cinquantina di persone. Tutte travisate e a volto coperto. Un blitz in piena regola che aveva come obiettivo l’assalto agli autocompattatori: i vandali hanno atteso l’arrivo di tre camion, quindi sono entrati in azione. Erano da poco passate le quattro del mattino. Un assalto improvviso, facilitato dalla circostanza che i compattatori non erano scortati dalle auto delle forze dell’ordine. Dalla ricostruzione fatta dalla polizia il gruppo ha inizialmente preso di mira due camion, mezzi che appartengono a società specilizzate nel trasporto di rifiuti solidi urbani di San Giuseppe Vesuviano e Somma Vesuviana. I manifestanti hanno costretto i conducenti a consegnare loro le chiavi; in quegli stessi minuti entrava in azione un secondo gruppo di delinquenti: il secondo raid si consumava dunque quasi in contemporanea con il primo, ma questa volta a pochi chilomentri di distanza, non lontano dalla rotonda di Boscoreale. Identiche le modalità di esecuzione: il conducente dell’autocompattatore ha dovuto consegnare le chiavi, dopo di che i manifestanti hanno cosparso di liquido infiammabile la cabina del mezzo, dandovi fuoco. Quando, sul posto, è arrivato il titolare della ditta, è stato anche lui accerchiato e minacciato: calci allo sportello della sua automobile, insulti e sputi. Per fortuna l’uomo non è rimasto ferito. Il doppio raid ha ovviamente creato problemi al ciclo di raccolta e smaltimento dei rifiuti: il conferimento della spazzatura è rimasto bloccato per oltre due ore. Per fortuna, nonostante le proteste, si è riusciti a conferire la quantità di rifiuti prevista, intorno alle sei di ieri mattina. Ma gli episodi ridestano antiche inquietudini e timori che si credevano sopiti. E, soprattutto, riportano in primo piano il ruolo che nei raid di Terzigno ha la criminalità organizzata. Chi si nasconde dietro quei passamontagna? E chi c’è dietro questa strategia del terrore? A queste domande le indagini di carabinieri e polizia hanno già dato risposte in un passato abbastanza recente (l’autunno scorso), svelando intrecci perversi incarnati da piccoli delinquenti locali manovrati dai clan della zona. La camorra, dunque, con la sua spicciola manovalanza, impartisce gli ordini per terrorizzare chi è chiamato a garantire il sistema di raccolta e trasporto dei rifiuti. Si va verso la bella stagione e non è escluso che - con l’aumento delle temperature - i miasmi che si levano dalle discariche del Vesuviano iniziano a creare nuovi problemi di ordine pubblico. È in questo clima che si inserisce la strategia dei clan della zona, che si fanno scudo del malcontento popolare per cavalcare i propri interessi. Storia antica e vicende, purtroppo, già note. Sull’ultimo inquietante episodio di intimidazione e danneggiamenti di camion compattatori indagano ora gli uomini della Digos della Questura di Napoli, diretta da Luigi Merolla. Si privilegia la pista dell’avvertimento camorristico: a dare il via alla spedizione di criminali incappucciati sarebbero stati proprio alcuni capizona residenti nei Comuni dell’area circostante Cava Sari.

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