Sì ai rifiuti fuori provincia, ma è scontro

Tempi lunghi per il piano. Blitz in Consiglio: passa un pacchetto di spese fuori bilancio
20 aprile 2011 - Paolo Maniero
Fonte: Il Mattino

I rifiuti di Napoli potranno essere smaltiti anche nelle altre province. Il consiglio regionale, con i voti della sola maggioranza (l’opposizione ha lasciato l’aula per dissenso politico), ha approvato il pacchetto di norme che contiene, tra l’altro, il superamento del principio della provincializzazione che adesso è legge a tutti gli effetti. Con il provvedimento, la Regione si riappropria di alcuni poteri in materia di smaltimento dei rifiuti e di nuovi impianti. In caso di emergenza, come quella che vive oggi Napoli, dopo una delibera della giunta che ne certifica le ragioni, le Province dovranno modificare o integrare i rispettivi piani d’ambito. Con la norma, in sostanza, si rafforza la responsabilità delle Province ma si prevede anche di superare le rigidità del sistema: se in ambito provinciale non si dovesse riuscire a garantire l’autosufficienza, interverrebbe la responsabilità del livello regionale. Anche attraverso l’apertura di nuove discariche? La possibilità non è esclusa anche se, ha più volte spiegato l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano, per almeno diciotto mesi non ce ne sarà bisogno. È invece possibile l’ampliamento, previsto per legge, del 15 per cento delle discariche. La deprovincializzazione ha creato posizioni trasversali. I consiglieri napoletani (ma anche salernitani) dei due schieramenti l’hanno sostenuta, convinti che per liberare la città dai rifiuti vadano superati i vincoli attuali. Cioè, portare i rifiuti nelle altre province. Una logica contestata nelle aree interne. Due consiglieri irpini del centrodestra, Ettore Zecchino (Adc) e Antonia Ruggiero (Pdl), per dissenso non hanno votato. «Non si vuol negare la solidarietà, ma non si può pensare di risolvere il problema con lo scaricabarile», hanno spiegato. E l’ex assessore Rosetta D’Amelio (Pd) fa sapere che l’Irpinia non resterà a guardare: «Chi pensa che si può penalizzare più facilmente un territorio popolato da persone perbene che non sanno manifestare come avviene a Napoli, avrà una sorpresa». La misura sui rifiuti è parte di un pacchetto di norme contenute nel disegno di legge in materia di difesa dal rischio sismico, trasformato in una finanziaria-bis. Una prassi fortemente contestata dall’assessore al Bilancio Gaetano Giancane. «C’è un partito della spesa che vuole demolire la manovra approvata due mesi fa», ha detto il generale della Finanza. Misure per le comunità montane e per i quattromila corsisti del progetto Bros sono state inserite ieri all’ultimo momento suscitando polemiche. In entrambi i casi Giancane ha espresso il parere negativo della giunta ritenendo che i provvedimenti fossero privi della copertura finanziaria. Ma la maggioranza ha votato a favore ad eccezione degli esponenti del gruppo «Caldoro presidente» Salvatore e Grimaldi. Il primo provvedimento, un sub-emendamento di Foglia (Udc), destina 50 milioni alle Comunità Montane. Il secondo, sul quale più acceso è stato il dibattito, riguarda la proposta di Schiano (Pdl) (sembra caldeggiata da Nicola Cosentino) che prevede il rimborso dei buoni pasto per i 4000 Bros. Una spesa da 2 milioni che per Giancane la giunta non può assicurare e che è avversata dallo stesso assessore al Lavoro Nappi. «Non sappiamo dove materialmente prendere i soldi», ha spiegato il generale. Con Giancane si sono schierati il consigliere della Destra Aveta, che ha lasciato l’aula per dissenso politico, il presidente della commissione Bilancio Massimo Grimaldi e Salvatore. I consiglieri del Pdl Nocera e Schifone e Lonardo (Udeur) si sono astenuti. Il provvedimento è passato con i voti della maggioranza e l’astensione del Pd (tranne il sì di Corrado Gabriele) e dell’Api. Un altro provvedimento sul quale Giancane si è espresso in modo contrario («comporterebbe un buco da 90 milioni mentre il ministero dell’Economia ci chiede una ulteriore riduzione della spesa»), e cioè una proroga dei mutui per i piccoli comuni, è stato alla fine rinviato in commissione. Sul piano politico è emerso che il Pdl non sempre è in sintonia con Caldoro. «Noi difendiamo la politica del rigore, è inconcepibile - accusano Grimaldi e Salvatore - che la maggioranza voti in difformità con il parere della giunta». Il Pd affonda i colpi. «La maggioranza oggi ha sfiduciato gli assessori Giancane e Nappi. Il Pdl - dice il capogruppo Peppe Russo - non perde il vizio di votarsi norme estemporanee e dal sapore clientelare».

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