No alle discariche, ma la Provincia sfiora la crisi
Rifiuti: seppure tra mille fibrillazioni, regge il fronte comune in consiglio provinciale in difesa dell’Irpinia. Dopo una lunghissima seduta, nel corso del quale più volte sono state ipotizzate le dimissioni del presidente Cosimo Sibilia, soprattutto a causa dei dubbi dell’Udc, alla fine il parlamentino ha trovato l’unanimità. Rifiuto della sprovincializzazione, dei poteri commissariali del presidente regionale nel caso di inadempienza di una provincia e ferma opposizione a nuove discariche: questi i punti su cui Sibilia ha chiesto ampia condivisione. «Oggi ci giochiamo tanto - aveva evidenziato - si tratta di una vera e propria battaglia per l’Irpinia». Una postilla di forte accusa al subemendamento Salvatore è stata fatta aggiungere infine dall’opposizione, a cui non è bastato il riferimento al documento dell’ultimo consiglio provinciale. A chiedere un nuovo documento di ferma condanna del subemendamento regionale proposto dal consigliere Gennaro Salvatore erano stati, sin dalle prime battute, tanto l’opposizione quanto i cespugli della maggioranza. Dopo l’informativa iniziale dell’assessore all’Ambiente, Mimmo Gambacorta, una forte critica dell’operato del centrodestra, è arrivata dal capogruppo del Centrosinistra Alternativo, Amalio Santoro. Senza mezzi termini, Santoro ha parlato del «fallimento di un’esperienza di governo tanto a livello nazionale che nel contesto regionale». Perentorio anche il capogruppo del Pd, Alberta De Simone. «Il vero problema - ha osservato - è come difendiamo la nostra provincia e come costringiamo il napoletano a fare il proprio dovere». Quindi l’esponente del Pd ha lanciato la sua proposta: «La nostra solidarietà dovrà essere vincolata all’impegno da parte del napoletano di realizzare la raccolta differenziata. Allora l’Irpinia potrà accogliere il vetro, la carta e le lattine per utilizzare questo materiale in termini di occupazione e sviluppo». Alberta De Simone non ha risparmiato poi una dura stoccata al leader regionale dell’ Udc, Ciriaco De Mita, che aveva definito «folle» il documento di condanna del subemendamento regionale approvato in Provincia. «Non abbiamo bisogno che nessuno ci insegni a leggere un emendamento - ha evidenziato - né accettiamo che si insinui che abbiamo fatto cose folli. Abbiamo la schiena dritta. L’unico atto di ossequio è quello che facciamo alla nostra provincia». Ancora più duro il contributo di Carmine de Angelis dell’Mpa, che ha paragonato De Mita all’«apostolo sceso in terra con le sue verità rivelate» e manifestato, in caso di rottura del fronte comune in Provincia, di proporre l’avvio delle procedure necessarie a separare giuridicamente l’Irpinia dalla Campania. In difesa delle ragioni del subemendamento si è schierata l’Udc, con i consiglieri Canio Galgano e Carmine Casarella. I due hanno osservato come il principio della provincializzazione non venga intaccato e come il governatore regionale venga svuotato dei poteri commissariali precedenti alla norma. La necessità di avversare insieme l’ultima delibera regionale è stata posta con particolare veemenza anche dagli esponenti di Noi Sud, Lo Conte e Romano, dall’ Adc con Gagliardi, e dall’Udeur, con Generoso Frusciante. Nello specifico, Giovanni Romano ha parlato di una «legge ad personam» fatta per Napoli e dichiarato a nome del gruppo di prendere nettamente le distanze dalla posizione assunta a livello regionale dal consigliere Sergio Nappi, favorevole all’emendamento Salvatore, e nella fattispecie dallo stesso partito. Una chiara presa di posizione contro la propria parte politica è giunta anche dal consigliere provinciale dell’Idv, Antonio Volpe, dopo il voto favorevole dei rappresentanti dipietristi in regione. «Altro che crisi della politica - ha accusato Volpe. Si tratta di una vera carenza di moralità». La necessità di accogliere l’invinto più volte lanciato dalla Cgil per affermare le ragioni della vertenza Irpinia e a realizzare una grande mobilitazione è stata rivendicata infine da Giuseppe Moricola, di Sel. «Siamo alla fine della provincializzazione - ha evidenziato. A nulla serve l’interpretazione autentica dell’Udc».