«Quell’area era già indicata nel protocollo su Lo Uttaro»
È pronta a esplodere la protesta del Comitato per l’emergenza rifiuti sulla questione della cava Mastroianni scelta dal governo come sito per una discarica. Ieri sera gli attivisti si sono incontrati a San Nicola da Don Oreste, presso il salone della Chiesa della rotonda; al termine della riunione hanno costituito il presidio alla cava, come fecero oltre dodici mesi fa per Lo Uttaro, emettendo poi un duro comunicato a firma della portavoce Giovanna Maietta. «E ora, secondo i venerabili onorevoli del centro-destra casertano, il presidente deciderà? De Franciscis che ha regalato la città di Caserta a Bertolaso, dovrà scegliere con i sindaci dei Comuni della provincia il sito alternativo alla cava Mastroianni? La cava che doveva essere l'ampliamento siglato nel protocollo d'intesa dal trio Petteruti, De Franciscis e Bertolaso. La stessa cava che risulta nel progetto preliminare al posto di Lo Uttaro. Una cava che secondo il progetto preliminare della precedente discarica è già stata interessata dalla rimozione di alberi e vegetazione, un intervento virtuale ma che è costato 75.000 euro». I comitati insomma non credono che la scelta della cava Mastroianni sia frutto di una decisione improvvisa; per loro, quella scelta era già prevista dal protocollo d’intesa su Lo Uttaro firmato il novembre del 2006. «Ora - continua il comunicato - ci vogliono far credere che i tavoli di trattativa degli onorevoli politici sottomessi al governo centrale ci salveranno. Per l'ennesima volta la politica ha fallito in questo annoso e gravissimo problema dell’enfatizzata emergenza rifiuti, la cui soluzione è molto più semplice di quel che vogliono far apparire se si agisse nel vero interesse della gente, investendo tutte quelle competenze e professionalità di cui e ricca e fiera la nostra regione. E invece no, ci voleva il Bertolaso, massimo esperto di monnezza visto i precedenti. E visto che Bertolaso ha il merito di aver aperto la “illegale” discarica di Lo Uttaro a Caserta sotto il governo Prodi, il Cavaliere lo premia nominandolo sottosegretario di stato». Bertolaso insomma finisce sul banco degli accusati. Secondo i comitati civici, il sottosegretario ritorna con un asso nella manica; il riferimento è «al decreto sui rifiuti che sana lo Uttaro, legalizzando lo sversamento di fanghi, ceneri pesanti, idrocarburi totali e scarti industriali nelle discariche allestite su terreni permeabili e a pochi metri dalla falda». Un duro atto d’accusa insomma anche se la scelta della cava Mastroianni non appare al momento definitiva; c’è il sito di Ferrandella che dovrebbe avere la precedenza.