Differenziata e inceneritori ecco il piano anti-veleni
Un cassonetto bruciato inquina più di un termovalorizzatore: lo ha spiegato Antonio Buonomo, direttore della Partenope Ambiente, al convegno intotolato «La termovalorizzazione dei rifiuti aiuta l'ambiente?», organizzato dall'Università degli studi Parthenope. Il dibattito sul’emergenza rifiuti promosso dall’ateneo si è incentrato su un binomio raccolta differenziata- termovalorizzatore. Ad introdurre i lavori il rettore della Parthenope Claudio Quintano ed il preside della facoltà di Giurisprudenza Federico Alvino, che ha sottolineato: « La soluzione per uscire dall'emergenza? Raccolta differenziata porta a porta, tenendo conto delle diverse esigenze di ogni municipalità». E Daniele Fortini, presidente Federambiente e amministratore delegato di Asia ha sostenuto: «La raccolta porta a porta va senz'altro fatta ma occorre dire ai cittadini che la tassa che pagano sui rifiuti deve crescere del 20%, secondo quanto previsto dalla legge». I vantaggi della differenziata sono stati sottolineati anche dalla docente della Federico II, Paola Virzo. Sul ridotto impatto ambientale del termovalorizzatore di Acerra si è soffermato Antonio Buonomo, «I risultati sono decisamente positivi. Nel 2010 sono state trattate 516mila tonnellate di rifiuti e recuperati 450 Gwh, pari al fabbisogno di 150mila famiglie».