La rabbia di Sibilla: hanno agito contro l'Irpinia

Documento unitario del consiglio provinciale. De Simone: ferma condanna alla regione
12 aprile 2011 - Flavio Coppola
Fonte: Il Mattino

La Provincia di Avellino insorge contro la sprovincializzazione del ciclo integrato dei rifiuti. La posizione di condanna del parlamentino irpino rispetto alla delibera del consiglio regionale alla fine è chiara e unanime: «Il consiglio provinciale - si legge nel documento approvato a tarda sera dal consesso - dopo l’approvazione del subemendamento del consigliere regionale, Gennaro Salvatore, riafferma in modo netto ed inequivocabile il principio della provincializzazione del ciclo dei rifiuti». Maggioranza e opposizione respingono senza se e senza ma, il fantasma di nuove discariche in provincia, volte a tamponare l’ennesima emergenza esplosa nel napoletano. I I consiglieri provinciali, senza distinzione di maglietta, fanno quadrato intorno a Cosimo Sibilia: «Il consiglio invita il presidente della Provincia ad assumere tutte le determinazioni in grado di contrastare l’ipotesi che l’Irpinia diventi luogo di scarico delle problematiche irrisolte dell’immondizia regionale - prosegue la nota - e si riserva, nel consiglio provinciale di venerdì prossimo, di assumere deliberazioni adeguate e conseguenti». Per evitare il rischio di pronunciarsi senza aver prima ottenuto precisi ragguagli sulla risoluzione che maturava contemporaneamente in seno al consiglio regionale, gli esponenti di Palazzo Caracciolo, nella prima parte della seduta, avevano deciso di rinviare il dibattito a venerdì. Tuttavia, non appena trapelata in Provincia, la notizia del voto di Napoli, che schiudeva i vincoli imposti dalla provincializzazione, subìto sono scattate forti fibrillazioni. Esortato dal consigliere d’opposizione, Nando Romano (Pd), a rilasciare «una considerazione di carattere politico», Cosimo Sibilia ha allora rotto gli indugi. Un intervento furioso: «Quello che è accaduto è vergognoso. - ha tuonato - L’Irpinia ha pagato per venti anni. Gli irpini che a Napoli hanno votato sì hanno deciso senza rimorsi di agire contro gli interessi della loro terra. È inaccettabile». Il numero uno di Palazzo Caracciolo ha rimarcato la ferma volontà di battersi in difesa della provincia, persino in contrapposizione al suo stesso partito: «L’Irpinia è una terra virtuosa, che non merita penalizzazioni. Siamo disposti a mettere da parte gli interessi politici e partitici per difenderne le ragioni. Non è esclusa alcuna opzione, nè politica nè giudiziaria». In difesa della provincializzazione, Sibilia ha sottolineato in maniera particolare gli accordi siglati recentemente con Regione e governo, rispettivamente, il 15 novembre e il 4 gennaio scorsi, senza lesinare una stoccata al governatore regionale, Stefano Caldoro: «Bisogna capire da dove arrivi questa delibera. - ha osservato - Sta di fatto che io ho onorato la mia firma, la qual cosa non è stata fatta da altri». Le forti parole di accusa del presidente Sibilia hanno scosso in maniera decisa l’atmosfera all’interno del parlamentino, provocando un nuovo stravolgimento dell’ordine del giorno e l’intervento del capogruppo dell’opposizione, Alberta De Simone che, pur stigmatizzando senza appello la decisione del consiglio regionale, ha posto come condizione imprescindibile per un pieno appoggio a Sibilia la realizzazione di documento condiviso, di condanna dell’operato di Palazzo Santa Lucia. Non senza tensioni, e distinguo, alla fine l’indicazione dell’esponente del Pd è stata accolta. Ma l’incubo di nuovi sversatoi, oppure dell’ampliamento di quelli già esistenti, resta. A margine del consiglio, l’assessore all’Ambiente nonché ex sindaco di Ariano, Domenico Gambacorta, ha provato a mettere le mani avanti rispetto all’ipotesi di una riapertura del sito di Difesa Grande: «C’è l’articolo 3 della legge 87 del 5 luglio 2007 - ha spiegato - che vieta ulteriori conferimenti».

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