Latte materno più inquinato in zona discariche

Dossier Sebiorec: valori più alti di arsenico
"Nessun allarme, i livelli sono nella media"
12 aprile 2011 - Marco Toriello, Maria Pirro
Fonte: Il Mattino

Lo studio Livelli di inquinanti entro la soglia di guardia. Ma i valori più elevati si evidenziano tra i residenti che vivono in prossimità di sversatoi e siti di abbandono dei rifiuti. Ecco i risultati di Sebiorec, lo studio epidemiologico realizzato nelle province di Napoli e Caserta per valutare lo stato di salute della popolazione attraverso la ricerca di sostanze “indesiderabili” presenti nel sangue e nel latte materno. «Non una ricerca sull’incidenza delle malattie in determinate aree», precisa Alessandro Di Domenico, dell’Istituto superiore di sanità. Più che una conclusione, l’indagine segna un punto di partenza. Come sottolinea Raffaele Calabrò, consigliere per la sanità della Regione, la ricerca consente «da una parte alla popolazione di essere tranquilla e dall’altra di continuare a migliorare le condizioni ambientali, fatto più generale di cui la Regione si sta occupando». Perché se è vero che lo studio attesta come i carichi inquinanti «appaiono conformi ai normali livelli correnti», e «pertanto non sussistono condizioni tali da determinare uno stato di allarme sanitario» - come si legge nel rapporto finale - è anche vero la ricerca rilancia una serie di interrogativi da approfondire attraverso altre modalità di ricerca. Lo studio è infatti avvenuto attraverso «pool», ossia l’esame di più campioni aggregati: ciò significa ottenere un dato stabile e affidabile, senza poter estrapolare rilievi e variabili individuali tra i 876 campioni di sangue e siero raggruppati in 84 gruppi e le 52 provette di latte materno (otto su 60 attese). Le annotazioni su cui continuare a lavorare, pur evitando allarmismi? «Ci sono informazioni utili - dice Fabrizio Bianchi, del Cnr - che indicano correlazioni tra luogo di residenza della popolazione e livelli superiori di presenza di metalli o diossina nel sangue, correlazioni di cui ci si deve occupare perché non è trascurabile il dato secondo cui tutti i pool più vicini a siti hanno parametri più alti». Tra i «fattori di criticità» individuati, con priorità media o alta, le tracce di arsenico e mercurio nei campioni rilevati a Qualiano-Villaricca; quelle di arsenico a Brusciano e Caivano; mercurio a Giugliano in Campania. Cui si aggiungono quantità del «cogenere più tossico e più studiato di Pcdd» (acronimo che indica le diossine) e Pcdf, a Napoli, nel quartiere Pianura, inserito nel biomonitoraggio dopo le proteste contro l’apertura di una nuova discarica. A cura del dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria dell’Istituto superiore di sanità, il lavoro è stato realizzato in collaborazione con Regione, assessorato alla sanità e Asl, osservatorio epidemiologico e registro tumori della Campania; Istituto di fisiologia clinica di Pisa e Roma del Cnr. E, oltre ai test di laboratorio, è stato compilato un questionario per inquadrare abitudini, contesto ambientale, storia clinica dei campani coinvolti nell’indagine. Risposte, queste, che portano all’attenzione un sentire comune decisamente allarmante: per il 27% degli intervistati, la situazione ambientale è «grave e irreversibile». Tra i principali pericoli ambientali, i rifuti, indicati dal 78% del campione totale; l’inquinamento dell’aria (dal 61%); l’inquinamento dell’acqua (dal 40%). Ancora: per l’87% degli intervistati, è «certo» e «molto probabile» ammalarsi di cancro. Così gli amministratori locali: restano in allerta. Il sindaco di Acerra, Tommaso Esposito, ad esempio, in merito ai risultati di Sebiorec, pur rilevando si tratta di «dati apprezzabili», sottolinea che «non ci possano lasciare tranquilli». «Lo studio – fa notare - fotografa una situazione precedente alla realizzazione e al funzionamento di un impianto come l’inceneritore di Acerra: chiediamo che vengano realizzati altri studi epidemiologici e ricerche che ci possano dire se la presenza di sostanze emesse dall’impianto hanno ripercussioni sulle persone».

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