Linquami nella falda, sigilli al depuratore

Era inattivo da anni e le acque fognarie non venivano trattate
9 aprile 2011 - San Gregorio Matese
Fonte: Il Mattino Caserta

Una vergogna a cielo aperto. Che getta un’ombra indelebile sul Comune di San Gregorio Matese, un tempo perla turistica della Campania, piccolo centro incastonato nel Matese, dove le amministrazioni comunali - come lascia immaginare il blitz compiuto ieri dai carabinieri - avrebbero permesso che i liquami delle acque reflue finissero direttamente nelle falde acquifere sottostanti. Per giunta, su di un territorio sottoposto a severi vincoli ambientali e dichiarato area protetta Saranno le ulteriori indagini in corso a chiarirlo una volta per tutte. I militari della Compagnia di Piedimonte Matese, ieri, hanno sequestrato infatti il depuratore comunale, nell’ambito di una serie di servizi di controllo finalizzati, appunto, alla tutela dell’ambiente. Un’operazione eseguita dagli uomini della locale stazione con i colleghi del nucleo operativo ecologico. Al termine dei controlli, i carabinieri hanno apposto i sigilli all’impianto di depurazione delle acque reflue urbane, dopo aver accertato che, nonostante gli impianti fossero non funzionanti già dal 2003, i cittadini continuavano regolarmente a versare alle casse del Comune i canoni di depurazione per il trattamento, almeno fino al 2006. Una riscossione indebita quella degli enti locali che percepiscono ugualmente questo genere di tributi, senza che il sistema di depurazione garantisca effettivamente il servizio cui è preposto, come ha stabilito ormai una consolidata giurisprudenza in materia. Un’accusa pesante per l’amministrazione uscente, guidata fino a poche settimane fa dal sindaco Antonio De Lellis (il Comune è al momento commissariato da un funzionario della Prefettura), ma non solo: già dal 2003, infatti, gli impianti non funzionanti avrebbero messo in serio pericolo la salubrità delle acque del sottostante vallone del Torano, come ipotizzano i carabinieri, le cui sorgenti, a Piedimonte Matese, alimentano le condotte idriche dell’acquedotto campano. Uno scandalo alla luce del sole emerso, nonostante tutto, in maniera non proprio tempestiva. Le indagini, a questo punto, dovranno effettivamente accertare se le acque reflue provenienti da San Gregorio Matese abbiano o meno inquinato, e in che misura, la falda superficiale a valle. «Le ipotesi di reato sulle quali ora stanno indagando i Carabinieri - è scritto sul comunicato stampa diramato ieri dalla Compagnia - sono quelle di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e inquinamento ambientale». Il valore complessivo dell’impianto sequestrato si aggirerebbe intorno ai trecentomila euro. Non si esclude che, nei prossimi giorni, possano esserci ulteriori provvedimenti di sequestro degli impianti di altri comuni del Matese, dove da tempo i carabinieri stanno accertando una lunga serie di inadempienze.

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