Sporcizia e boom di patologie specialisti divisi sull’indagine
revedibile il picco di infezioni
Lavorano in prima linea nell'assistenza. Negli studi ambulatoriali. Al pronto soccorso. Eppure, i medici sono divisi. Esprimo pareri diversi sugli effetti indotti dall'emergenza rifiuti che, nel periodo compreso tra il primo novembre 2007 e il 15 gennaio 2008, è questa la tesi della procura, provocò l'aumento delle malattie gastroenteriche e cutanee, individuato attraverso l'impennata di vendite di alcuni farmaci da parte di tutti i grossisti e i farmacisti della provincia di Napoli. Francesco Faella è direttore della prima divisione e del pronto soccorso del Cotugno, ospedale specializzato nella cura delle malattie infettive. «Se dovessi giudicare dal mio osservatorio, dove sono curate patologie gravi – dice – non ho avuto l'impressione che ci sia stato un aumento di malattie correlabili alla ridotta igiene della città. Da escludere che, almeno negli ultimi tre anni, si sia avuta un'impennata di casi». Di diversa opinione Giulio Tarro, primario emerito del Cotugno, ha attraversato le mille emergenze della città, dal colera al «male oscuro» di Napoli. «Se ci sono dati epidemiologici precisi, noi medici dobbiamo solo stare ai fatti» premette. E poi aggiunge: «La possibilità che ci fosse un picco di malattie infettive c'era. Era prevedibile. Senza fare le Cassandre, con la presenza dei rifiuti per le strade, problemi di questo tipo non mi sembrano una novità anche perché, oltre ai cumuli dei rifiuti, va segnalato l'aumento di ratti che sono i vettori delle infezioni». Andrea Simonetti, responsabile del servizio di epidemiologia dell'Asl Napoli 1, segnala piuttosto come la vendita di farmaci sia «un indicatore indiretto» mentre «dai dati in nostro possesso non si registra quest'aumento delle malattie». Anzi, per quanto riguarda le patologie gastroenteriche – aggiunge Simonetti – «nella spazzatura, i processi putrefattivi portano alla distruzione dei germi, non a un aumento. Con la produzione di sostanze acide, si riducono infatti le trasmissioni oro-fecali. Le uniche malattie legate ai rifiuti sono la leptospirosi, ma si registrano solo casi sporadici, e la peste, totalmente debellata». Giuseppe Tortora, vicesegretario nazionale del Sindacato medici italiani, e medico di famiglia in uno dei quartieri più popolari della città, ha il polso del territorio. E segnala, da una parte, «un aumento effettivo di certe patologie - asmatiche, allergiche, broncopolmonari e neoplasie – per talune zone, nel corso degli ultimi anni»; ma dall'altra esprime «qualche perplessità» sulle modalità prescelte nell'indagine della procura, affidata a tre periti (un medico legale e due epidemiologi). «Non basta – sostiene Tortora – individuare un aumento delle vendite dei farmaci per sostenere una tesi così grave, senza un riscontro su un campione attendibile della popolazione. Anzitutto le malattie della pelle possono essere causate da diversi motivi. Ma in qualsiasi studio, lo provano quelli effettuati per decenni sul fumo e i tumori, è difficilissimo provare il nesso di causa-effetto. Si potrebbe parlare, piuttosto, di concausa. C'è di certo che i dati della procura, però, devono far riflettere».