Bauman: «Napoletani, ribellatevi perché il limite ormai è superato»
Il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman, a Napoli in occasione della settima edizione de «L'arte della felicità», è famoso per aver coniato la definizione di «società liquida», cioè di società che ha perso ogni certezza e ha imposto ai cittadini una vita «liquida», ossia una esistenza in cui l'individuo è costretto ad adeguarsi alla massa, per consumi, valori e stili di vita.
Oggi dalle 10 alle 11,30 Bauman terrà una conferenza pubblica presso il Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes, alla Riviera di Chiaia, dal titolo «Sfera privata, intimità, segretezza e legami umani», in cui certamente si batterà, dall'alto dei suoi 86 anni, contro le storture di questa società liquida. Benché il tema dei rifiuti non sia ancora entrato nell'ambito delle sue riflessioni, di fronte a un dramma del genere Bauman non si tira indietro e ostenta la stessa passione che dimostra quando parla di società liquida.
Professor Bauman, come si può risolvere il problema dei rifiuti a Napoli? «Napoli ha una storia lunga migliaia di anni, è stata la culla di grandi civiltà, ed è ora che i napoletani si prendano le loro responsabilità. Napoletani, prendete il potere nelle vostre mani, reagite, scuotetevi, perché il limite ormai è passato».
Lei ha girato e gira continuamente il mondo. Secondo lei solo Napoli ha questo problema? «Anche se il problema della spazzatura non è un problema unicamente napoletano, negli altri posti si cercano soluzioni e la gente, quando si accorge che i politici e le istituzioni, a qualsiasi livello, non funzionano, si attiva. In Inghilterra, per esempio, pure si sono avuti casi di crisi sociali e politiche dovute alla spazzatura, ma quando i cittadini si sono resi conto che il tempo passava e niente cambiava, non si sono più rivolti al Governo centrale, ma hanno chiesto di decentralizzare le decisioni». Si sono prese le loro responsabilità, insomma. «Esatto, non si sono tirati indietro, tutt'altro».
Lei è qui per discutere della felicità. Napoli sarà mai una città felice? «I napoletani, come qualsiasi popolo della terra, saranno felici quando vivranno in una città che, al di là del problema della spazzatura, investirà su due temi principalmente: sicurezza e libertà».
Forse a Napoli di sicurezza ne abbiamo poca e di libertà troppa. «Questo non lo so, io non conosco benissimo Napoli, questa è la seconda volta che vengo qui, e più che la città per ora ho girato per il lungomare e Santa Lucia. Eppure posso dirle che l'equilibrio tra sicurezza e libertà è difficilissimo, la maggior parte delle volte le società sono squilibrate o in un senso o nell'altro».
Possiamo sperare, dunque, che prima o poi Napoli diventi una città felice? «Sono sicuro che chi abita questa meravigliosa città custodisca in sé sia il segreto per essere felici sia quello per risolvere il problema dei rifiuti, basta cercarlo. Soprattutto, non imporre il proprio punto di vista all'altro. La felicità è una ricerca personale, e anche se i buddisti ti invitano ad andare in una direzione e una scuola filosofica in un'altra, meglio iniziare il percorso in solitudine e scoprire dove si arriva con le proprie forze. Per risolvere il problema della spazzatura, però, bisogna essere uniti».