Roghi e barricate per i rifiuti, tangenziale in tilt

Blocchi stradali ad Agnano, montagne di sacchetti da Fuorigrotta al centro. Domani il Munnezza Day
8 aprile 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

La chiamano protesta contro i rifiuti, ma quella andata in scena ieri mattina ad Agnano è solo l’ennesimo assalto di vandali. Erano le 8 quando un gruppo di persone ha disseminato sulla strada, per circa 100 metri, spazzatura non raccolta da giorni bloccando anche l’uscita della Tangenziale. I manifestanti hanno rivoltato l'auto di un povero malcapitato. Sul posto sono intervenuti vigili urbani e Polstrada, poi sono arrivati i bobcat dell’Asìa che hanno spostato l'immondizia ai lati della carreggiata e consentire l'apertura di un corridoio per l'accesso alle auto dirette allo svincolo della superstrada. Così, dopo circa due ore e quando ormai il traffico si era paralizzato, è ripresa la circolazione. È cominciata così l’ennesima giornata difficile: in strada restano le stesse 1900 tonnellate della settimana scorsa. Quelli che aumentano sono invece i roghi: nella notte tra mercoledì e giovedì ce ne sono stati quaranta. E anche ieri tra Napoli e provincia un’altra trentina di cassonetti sono stati dati alle fiamme. Le situazioni più preoccupanti ad Agnano, ma anche a Fuorigrotta, Pianura, Ponticelli, Barra e San Giovanni. «Credo che con l’alzarsi delle temperature, nei prossimi giorni si debba assolutamente trovare una soluzione per ridurre la quantità dei rifiuti ancora presenti in strada», dice l’assessore comunale Giacomelli che spiega: «Ho dato indicazioni ad Asìa per avviare un impegno straordinario nelle aree periferiche particolarmente colpite, come Pianura e Ponticelli». Domani, intanto, la società civile tornerà in piazza per il Monnezza day. In campo ieri è tornato anche il sindaco Iervolino chiedendo al governatore Caldoro di sciogliere il nodo delle discariche senza le quali il sistema dei rifiuti, dice il sindaco, resterà precario: i camion non hanno la possibilità di sversare i sacchetti raccolti. Il primo cittadino torna poi sulla questione del sito di trasferenza più volte sollecitato dal presidente Caldoro e dall'assessore regionale Giovanni Romano e dice: «Nella riunione del 4 gennaio a Palazzo Chigi si decise che Napoli doveva fornire un sito di trasferenza: lo abbiamo fatto e comunicato il giorno 8 alla Regione. Adesso apprendo dalla stampa che non ci vuole l'autorizzazione dell'Ente di Santa Lucia». All'Asìa è arrivata mercoledì la risposta della Regione: due messaggi fotocopia per le due proposte avanzate (Napoli est e Napoli nord) nelle quali si chiede un supplemento di documentazione. Caldoro e Romano hanno però sollecitato la Iervolino affinché agisca senza l'autorizzazione regionale utilizzando i poteri conferiti dalla legge 152 del 2006. Ma Palazzo San Giacomo finora ha preferito utilizzare la procedura ordinaria. In ogni caso oggi ci saranno dei sopralluoghi per verificare la possibilità di individuare aree idonee: nei giorni scorsi il gestore dell'impianto di depurazione di Napoli est non ha consentito l'accesso ai tecnici dell'Arpac e di Asìa che erano andati per appurare se fosse possibile utilizzare la stessa vasca usata nelle precedenti crisi per parcheggiare la spazzatura. Per lasciarli entrare ha chiesto l'autorizzazione della Regione. Richiesta già inoltrata dal Comune. Al sindaco replica l'assessore Romano: «L’unica domanda per la quale non abbiamo risposta - dice - è quella circa la incapacità dell’amministrazione comunale ad adempiere ai propri compiti. La Regione Campania, mentre Palazzo San Giacomo non fa nulla, garantisce i conferimenti della città capoluogo. Ci riesce, nonostante la cronica mancanza di impianti, figlia di una stagione nella quale il sindaco è stato protagonista, e grazie alla solidarietà delle province campane e agli accordi con altre regioni». Poi sottolinea che giovedì notte a Caivano sono arrivate solo 20 delle 200 tonnellate previste ma l'Asìa replica di aver conferito tutto il quantitivo assegnato. L'ultima novità arriva dal governo: resteranno in vita fino al dicembre 2011 i consorzi di bacino. A Napoli 800 dipendenti servono solo due Comuni. Un problema spinoso che forse si preferisce rinviare.

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