Scorie industriali: una piattaforma nel mare di Torre

Il megaimpianto doveva sorgere sull'arenile. Dopo la protesta Ganapini convoca le parti
30 maggio 2008 - Carlo Franco
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Si scrive Wisco, ma si legge megaimpianto per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti industriali, tossici e non. Doveva sorgere sull'arenile di Santa Maria La Bruna a Torre del Greco, all'interno dello stabilimento delle Ferrovie dello Stato. Praticamente a mare.
E doveva servire tutta l'Italia. Ieri, però, la speranza che ci si possa opporre alla realizzazione dell'impianto è notevolmente cresciuta: al termine di una marcia di protesta, alla quale hanno partecipato oltre duemila torresi, l'assessore regionale Ganapini ha convocato le parti per il 10 giugno. L'obiettivo è una nuova Conferenza dei servizi; la prima si era inopinatamente conclusa con un bel «sì» ai progettisti. A rendere più valide le ragioni del «no» c'è anche un altro motivo: il nuovo impianto si insedierebbe a poche decine di metri in linea d'aria — tanto per chiudere il cerchio di un impatto ambientale invero drammatico — dalla montagna di rifiuti «tal quale» scaricati nel sito di trasferenza di Villa Inglese (ironia macabra dei nomi) diventata ormai una immonda discarica a cielo aperto. Un po' di storia, ora. L'idea «Wisco» balenò sulle macerie del vecchio impianto di depurazione delle Ferrovie dello Stato chiuso dall'Arpac perché non a norma: in un primo tempo si pensò di ristrutturarlo e di farlo ripartire, ma in seguito, come dire, si accese la lampadina del business ambientale e il progetto si ingrandì a dismisura fino a raccogliere l'adesione dell'Enel, che ha il 51% del
Il sindaco Ciro Borriello
«Le autorizzazioni furono concesse dal mio predecessore, noi abbiamo detto sempre no»
pacchetto azionario, e di altri soci di prestigio. I registi dell'operazione, però, si preoccuparono, dimostrando grande saggezza tattica, di imbarcare anche nomi e prestanomi di professionisti e politici torresi, perfino la responsabile dei servizi di segreteria di un sindaco e il responsabile di un ufficio tecnico comunale. Di qui alla conferenza dei servizi il passo fu breve: la «Wisco» si garantì ogni tipo di autorizzazione, compresa quella paesaggistica, e mise mano al progetto che, si badi bene, era stato rifiutato dagli amministratori pubblici di Venezia, Bologna e Vercelli. A Torre del Greco, invece, non si butta niente nonostante bisogna organizzare la convivenza di 2400 persone per chilometro quadrato che è pari quasi al doppio di Milano.
Cosa accadrà ora è difficile da dire, ma almeno si intravede l'uscita dal tunnel. Il sindaco Ciro Borriello, ora in quota Di Pietro dopo un lungo soggiorno in Forza Italia e una malcelata voglia di tornare a casa, non ha incontrato i leaders della marcia di protesta (alla quale hanno partecipato Asacom, Confesercenti, operatori della balneazione e della ristorazione, ambientalisti, comitati di quartiere e studenti) ma, a domanda, risponde che l'impianto non s'ha da fare. «Sono stato sempre contrario, dice, e lo sono di più ora perché Torre che ha già drammatici problemi di rifiuti non può farsi carico delle scorie industriali di tutt'Italia che finirebbero a mare». Il problema è che la Wisco è formalmente a posto: grazie a chi? «Le autorizzazioni furono concesse dal mio predecessore, Ciavolino, e dalla Regione, noi abbiamo sempre detto no». Come si fa a rimontare? «Se c'è la volontà politica di farlo, è possibile. E l'assessore Ganapini mi sembra davvero ben disposto». Appuntamento al 10 giugno, quindi.

 

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