Deciderà Sepe sulla discarica di Chiaiano.
30 maggio 2008 - Antonio Corbo
Fonte: Repubblica Napoli
È il primo giorno delle sentinelle nella cava dei misteri. Le cinque jeep giapponesi della Forestale sono ferme come torrette negli angoli che dominano il bosco di felci e faggi, tagliato dall´orribile viottolo di Cupa del Cane. Gli agenti, 15 a turno, sono tutti fuori: muti e tesi.
Si guardano intorno, l´altra sera hanno lanciato dall´alto tre strane bombe: petardi legati con nastro adesivo a bombole di gas di campeggio. Ma quale tregua? Un funzionario della Digos porta via l´ultima, ritrovata all´alba dopo una notte di fumo. Altri due vigilano con poliziotti in borghese, confusi tra le squadre che trivellano l´area, i sondaggi prima che ingoi 700 mila tonnellate di immondizia. Due nuovi geologi osservano: «Rappresentano la proprietà», li indicano. Già, di chi è la cava che da poligono diventerà discarica? «Arciconfraternita dei Pellegrini». Un ente di culto, possibile? Ernesto Cravero è un docente di geologia. «Sono uno dei mille confratelli», conferma. Anche Paolo Sodano è geologo, ma si occupa di amministrazione nell´Augusta Arciconfraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini, fondata nel 1758 per ospitare, vestire e curare i poveri, sede in via Portamedina 41, accanto all´ospedale della Pignasecca, tra gli iscritti molti professionisti di prestigio, «tenuti insieme dal comune spirito cristiano», ma anche una regola mai scritta: l´unione è potere.
La "Cava del poligono", 32 mila metri quadri, dovrebbe essere la prima discarica. Intorno altre 17. La più grande, "Cava Conditone", è dietro un cancello invalicabile, il catenaccio con lucchetto è all´interno dell´inferriata, quindi chi ha chiuso per ultimo è dentro. Nessuno che si veda laggiù, nessuno che apra, ma ci sono auto ferme e si sentono voci lontane. Chi si nasconde, e perché? Qui hanno girato le scene del film "Gomorra". Ma la trama è un´altra: oltre questa cava, si scorgono le tre acquistate da Fibe, la società di Impregilo coinvolta anche nel blitz dei 25 arresti. Si è letto che anche qui Fibe abbia acquistato a prezzi alti suoli venduti un giorno prima dai contadini a oscuri affaristi, a prezzi irrisori. «Due passaggi di proprietà, uno dopo l´altro, con lo stesso notaio», insistono a Chiaiano, sarà vero? Chiarirà la Procura. La vice di Bertolaso, Marta Di Gennaro, in una riunione tecnica un giorno prima del suo arresto non disse nulla. «È la prima volta che lo sento dire...».
Si ritorna alla "Cava del poligono", dove Giovanni de´ Medici spiega le sue perplessità. Geologo dell´università, consulente dei Comuni ostili alla discarica. Marano è a 200 metri, più vicino che Chiaiano. Nell´ex feudo dei Nuvoletta domina ora la famiglia Polverino. Sull´altro versante, il clan Lorusso. "I capitoni" di Napoli nord, tra Secondigliano e Masseria Cardone, roccaforte di tifosi ultrà. Ombre di camorra anche nei vigneti di falanghina flegrea. Avrebbero opposti interessi i clan. E l´Arciconfraternita, proprietaria della cava, da quale parte sta? Paolo Sodano si defila, con ecclesiale prudenza. Parla solo Cravero. «A noi è stata solo notificata l´acquisizione. Manca la specifica parcellare». Ma qual è la posizione, e il cardinale Crescenzio Sepe ha dato una linea? «Spirito di servizio nei confronti della comunità. Quindi: se il governo impone l´esproprio, sarà accettato con senso civico. No, se la discarica risulta di danno alle persone, subito o in futuro». Cravero precisa ancora: «La linea del cardinale, quindi anche del primicerio, del dottor Oreste Ciampa si può semplificare così: se la discarica è un bene necessario, sì. Se fa male, no». Nel pomeriggio, il presidente della commissione Ambiente del Comune, Carlo Migliaccio, riflette con Cravero sul decreto legge. E Cravero è più netto. «Se si consente di sversare legalmente quello che è invece illegale portare in discarica, ovvio, il nostro parere è negativo». Migliaccio, il politico più attivo sul fronte del no, sollecita anche la Regione ad accettare la richiesta del sindaco di Marano, Salvatore Perrotta: far entrare le aree edificabili nel Parco metropolitano delle Colline e vincolare i suoli.
La cava rende poco: tremila euro l´anno, 250 al mese. «Siamo qui dal 2000. Quattro famiglie che rischiano di finire in mezzo a una strada», dice Stefano Carpinelli, uno dei gestori. «Al poligono si esercitano polizia, carabinieri, militari Nato. Gli spagnoli ridono: ci dicono, avete a Napoli un poligono di tiro così utile, lo eliminate per far posto alla spazzatura? Ridono».
Ride amaro anche Giovanni De´ Medici. «Si dice che in nome dell´emergenza bisogna aprire Chiaiano. Ma se pure fosse idonea la zona, ci vorrebbero quattro mesi per fare una discarica. Si arriva a ottobre. Manca un piano, si va avanti alla cieca», protesta il geologo del "Comitato giuridico di difesa ecologica", presidente il magistrato Raffaele Raimondi. Lo stesso che provocò il procedimento di infrazione dell´Ue contro il governo italiano.
La cava ha consentito l´estrazione di tufo giallo napoletano. De´ Medici rivela: «Ho dato a Bertolaso e a De Gennaro l´elenco delle possibili discariche in Campania. Nessuna risposta. Si viene a Chiaiano dove in una cava bisogna mettere rifiuti inerti, ditemi dove sono gli inerti in Campania e quando i rifiuti saranno inertizzati. Siamo vicinissimi a città e ospedali e nel parco metropolitano collinare». Vorrebbe evitare l´ultima stoccata. Poi, cede: «Ma lo sa che hanno sbagliato i calcoli? Dicono 700 mila tonnellate. Non ce ne vanno più di 150 mila se l´invaso è a norma. Le pareti sono alte 75, 55, 40, 20 metri. Si copre a raso, quindi massimo 20 metri. Non si può mica fare una costruzione "a terrazzamento" dalla parete più alta alla più bassa». Un piano inclinato di copertura? De´ Medici risponde con una smorfia di sdegno. Gli altri sono rassegnati. «Il decreto legge autorizza a sversare anche i rifiuti pericolosi in Campania e solo in Campania. Ecco come vogliono aiutarci», il gruppo di Marano è pessimista, ma non rassegnato. Fragile tregua. Lo leggi nelle facce degli agenti della Forestale. Dritti come sentinelle davanti alle jeep, mentre cala il buio sulle loro paure.
La "Cava del poligono", 32 mila metri quadri, dovrebbe essere la prima discarica. Intorno altre 17. La più grande, "Cava Conditone", è dietro un cancello invalicabile, il catenaccio con lucchetto è all´interno dell´inferriata, quindi chi ha chiuso per ultimo è dentro. Nessuno che si veda laggiù, nessuno che apra, ma ci sono auto ferme e si sentono voci lontane. Chi si nasconde, e perché? Qui hanno girato le scene del film "Gomorra". Ma la trama è un´altra: oltre questa cava, si scorgono le tre acquistate da Fibe, la società di Impregilo coinvolta anche nel blitz dei 25 arresti. Si è letto che anche qui Fibe abbia acquistato a prezzi alti suoli venduti un giorno prima dai contadini a oscuri affaristi, a prezzi irrisori. «Due passaggi di proprietà, uno dopo l´altro, con lo stesso notaio», insistono a Chiaiano, sarà vero? Chiarirà la Procura. La vice di Bertolaso, Marta Di Gennaro, in una riunione tecnica un giorno prima del suo arresto non disse nulla. «È la prima volta che lo sento dire...».
Si ritorna alla "Cava del poligono", dove Giovanni de´ Medici spiega le sue perplessità. Geologo dell´università, consulente dei Comuni ostili alla discarica. Marano è a 200 metri, più vicino che Chiaiano. Nell´ex feudo dei Nuvoletta domina ora la famiglia Polverino. Sull´altro versante, il clan Lorusso. "I capitoni" di Napoli nord, tra Secondigliano e Masseria Cardone, roccaforte di tifosi ultrà. Ombre di camorra anche nei vigneti di falanghina flegrea. Avrebbero opposti interessi i clan. E l´Arciconfraternita, proprietaria della cava, da quale parte sta? Paolo Sodano si defila, con ecclesiale prudenza. Parla solo Cravero. «A noi è stata solo notificata l´acquisizione. Manca la specifica parcellare». Ma qual è la posizione, e il cardinale Crescenzio Sepe ha dato una linea? «Spirito di servizio nei confronti della comunità. Quindi: se il governo impone l´esproprio, sarà accettato con senso civico. No, se la discarica risulta di danno alle persone, subito o in futuro». Cravero precisa ancora: «La linea del cardinale, quindi anche del primicerio, del dottor Oreste Ciampa si può semplificare così: se la discarica è un bene necessario, sì. Se fa male, no». Nel pomeriggio, il presidente della commissione Ambiente del Comune, Carlo Migliaccio, riflette con Cravero sul decreto legge. E Cravero è più netto. «Se si consente di sversare legalmente quello che è invece illegale portare in discarica, ovvio, il nostro parere è negativo». Migliaccio, il politico più attivo sul fronte del no, sollecita anche la Regione ad accettare la richiesta del sindaco di Marano, Salvatore Perrotta: far entrare le aree edificabili nel Parco metropolitano delle Colline e vincolare i suoli.
La cava rende poco: tremila euro l´anno, 250 al mese. «Siamo qui dal 2000. Quattro famiglie che rischiano di finire in mezzo a una strada», dice Stefano Carpinelli, uno dei gestori. «Al poligono si esercitano polizia, carabinieri, militari Nato. Gli spagnoli ridono: ci dicono, avete a Napoli un poligono di tiro così utile, lo eliminate per far posto alla spazzatura? Ridono».
Ride amaro anche Giovanni De´ Medici. «Si dice che in nome dell´emergenza bisogna aprire Chiaiano. Ma se pure fosse idonea la zona, ci vorrebbero quattro mesi per fare una discarica. Si arriva a ottobre. Manca un piano, si va avanti alla cieca», protesta il geologo del "Comitato giuridico di difesa ecologica", presidente il magistrato Raffaele Raimondi. Lo stesso che provocò il procedimento di infrazione dell´Ue contro il governo italiano.
La cava ha consentito l´estrazione di tufo giallo napoletano. De´ Medici rivela: «Ho dato a Bertolaso e a De Gennaro l´elenco delle possibili discariche in Campania. Nessuna risposta. Si viene a Chiaiano dove in una cava bisogna mettere rifiuti inerti, ditemi dove sono gli inerti in Campania e quando i rifiuti saranno inertizzati. Siamo vicinissimi a città e ospedali e nel parco metropolitano collinare». Vorrebbe evitare l´ultima stoccata. Poi, cede: «Ma lo sa che hanno sbagliato i calcoli? Dicono 700 mila tonnellate. Non ce ne vanno più di 150 mila se l´invaso è a norma. Le pareti sono alte 75, 55, 40, 20 metri. Si copre a raso, quindi massimo 20 metri. Non si può mica fare una costruzione "a terrazzamento" dalla parete più alta alla più bassa». Un piano inclinato di copertura? De´ Medici risponde con una smorfia di sdegno. Gli altri sono rassegnati. «Il decreto legge autorizza a sversare anche i rifiuti pericolosi in Campania e solo in Campania. Ecco come vogliono aiutarci», il gruppo di Marano è pessimista, ma non rassegnato. Fragile tregua. Lo leggi nelle facce degli agenti della Forestale. Dritti come sentinelle davanti alle jeep, mentre cala il buio sulle loro paure.