Nucleare, Fazio: sul Garigliano nessun danno
«L’impianto del Garigliano non ha mai prodotto danni sanitari o ambientali di alcun tipo». Questo in sintesi il passaggio fondamentale di un lungo intervento del ministro Ferruccio Fazio sull’ormai storica e delicata (oltre che controversa) questione del rapporto tra ambiente, salute e territorio con il sito nucleare di Sessa Aurunca. Il ministro della Salute attraverso lo strumento della risposta scritta ha infatti concluso nei giorni scorsi (con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale) l’iter di una articolata interrogazione parlamentare presentata lo scorso anno da alcuni deputati su sollecitazione, dati e documenti forniti dal Wwf. L’interrogazione ripercorre la storia della centrale, dall’inizio dei lavori del 1959 fino all’attuale progetto di dismissione, con vari interrogativi e richieste di chiarimenti sui possibili ed eventuali legami tra i vari incidenti verificatesi nel corso degli anni nel sito nucleare del Garigliano con «i casi di malformazioni fetali di piante, animali ed esseri umani e di tumori ed altre patologie direttamente riconducibili all’inquinamento radioattivo, nella zona di Sessa Aurunca, Castelforte, Minturno e negli altri comuni vicini». Fazio nella risposta sottolinea, anche al riguardo della disattivazione dell’impianto e delle forti preoccupazioni da parte dei cittadini, come «non sussistono evidenze epidemiologiche di alcun tipo che portino a ipotizzare l’esistenza di rischi per la popolazione. Tali risultati, espressi dai vari studi condotti nel corso degli anni dall’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, dall’osservatorio epidemiologico della regione Lazio e, più recentemente dall’Università Federico II di Napoli, sono regolarmente sostenuti dai risultati delle reti di sorveglianza ambientale, che in nessun caso hanno evidenziato contaminazioni o fughe di radioattività». Il ministro della Salute annuncia poi, contestualmente, l’imminente avvio di un’attesa operazione di controllo ambientale nell’area del sito nucleare del Garigliano, ma che riguarderà in questa fase con ogni probabilità soltanto i vicini comuni della provincia di Latina, come Castelforte, SS. Cosma e Damiano e Minturno (analoga richiesta è stata effettuata nei mesi scorsi dal comitato di San Castrese, una frazione di Sessa Aurunca, alla regione Campania): «L’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente – scrive Fazio – ha predisposto, su disposizione del Lazio, programmi di monitoraggio intorno alle due centrali nucleari presenti nel territorio regionale o confinanti con esso, già avviati per quella di borgo Sabotino ed in via di inizio per quella del Garigliano, essendo in attesa della realizzazione dei nuovi laboratori che, entro sei mesi, saranno completati e consentiranno in tal modo di aumentare significativamente il numero di campionamenti ambientali effettuabili». Nella risposta del ministro Fazio, infine, nessun riferimento a dati storici richiesti dagli uffici del ministero agli enti territoriali campani e laziali circa gli incidenti avvenuti presso la centrale di Sessa Aurunca, così come a studi scientifici effettuati nella zona su anomalie genetiche riguardanti piante ed animali (vari testi ed inchieste giornalistiche e televisive nazionali sui possibili rischi legati al nucleare hanno avuto però in questi anni come spunto proprio alcune ricerche svolte sul territorio aurunco, come quelle del professor Alfredo Petteruti e dell’avvocato Marcantonio Tibaldi, due ambientalisti scomparsi negli scorsi anni).