Caos rifiuti, turismo a picco Persi 22 milioni di euro
Le semplici proteste degli operatori turistici non riescono a spiegare la dimensione del dramma per l’intero settore. Così, per dare corpo alle lamentele e farvi comprendere qual è l’entità del danno subito, siamo costretti a parlare di soldi: il mondo del turismo napoletano ha pagato la crisi dei rifiuti del 2008 con 22 milioni di euro in due anni. Si tratta del denaro che i turisti avrebbero speso in città, e che invece sono andati a spendere altrove perché i cumuli di immondizia hanno cancellato Napoli dai circuiti dei viaggiatori nazionali e internazionali. Pareva che il dramma (sul fronte turistico) fosse superato, e invece la città colma di rifiuti a tre settimane dal prossimo week end di Pasqua rappresenta un pessimo presagio. La primavera è l’unico momento di grande afflusso di viaggiatori a Napoli e una nuova crisi, dopo quella drammatica del 2008, segnerebbe il definitivo declino dell’intera macchina del turismo napoletano. Ogni giorno ci sono nuovi segnali di protesta, difficile capire se la situazione verrà risolta in tempi brevi. Ieri per le strade della città giacevano 1.600 tonnellate di immondizia, oggi ce ne saranno 200 in più perché di domenica alcuni impianti di conferimento chiudono presto ed è impossibile sversare il pattume. Stamattina si riprenderà con una inesauribile tenacia, ma qui non è questione di corsa alla raccolta dei sacchetti: bisognerebbe trovare soluzioni definitive che per adesso non esistono. Così ipotizzare una data certa di chiusura ufficiale del caos rifiuti è impresa ardua, e il mondo del turismo arranca: gli alberghi abbassano i prezzi ma comunque non riescono ad attrarre clienti, la gestione diventa sempre più onerosa e molti posti di lavoro diventano a rischio. L’allarme giunge da Federalberghi, la struttura che riunisce ottanta hotel a tre e quattro stelle della città ed è presieduta da Salvatore Naldi: «Sono mesi che attendiamo risposte alle nostre richieste - continua a dire Naldi - e invece siamo costretti a navigare a vista, senza programmazione e soprattutto senza avere notizie sui tempi della soluzione del dramma rifiuti. Il mondo del turismo napoletano è allo stremo». Per testimoniare la gravità di una nuova emergenza rifiuti, nella sede di Federalberghi hanno messo insieme un po’ di dati statistici. Li vedete pubblicati in cima a questa pagina e raccontano l’evoluzione del mercato dei viaggiatori dal 2000 in poi. Basta dare uno sguardo ai numeri per riconoscere gli anni del Rinascimento: sono quelli un cui le presenze (il numero dei giorni trascorsi in città dai turisti) superavano agilmente i due milioni facendo registrare il tutto esaurito negli hotel e portando un gigantesco volume di soldi in tutta Napoli. E qui il discorso statistico si scinde, perché per comprendere meglio il dato di Federalberghi, siamo andati a procurarci una statistica della Banca d’Italia che fotografa la spesa media dei turisti nel nostro Paese. A Roma ogni visitatore spende più di 122 euro al giorno, a Como 142, a Napoli la spesa media quotidiana si attesta sui 91,8 euro. Sono soldi che vengono «sparsi» su tutto il territorio, comprendono le spese alberghiere, quelle di trasporto, i soldi spesi al ristorante o nello shopping: si tratta, insomma, di un guadagno del quale beneficia gran parte della città. Per comprendere quanto è costata la crisi rifiuti a Napoli abbiamo deciso di mettere insieme il dato statistico di Federalberghi e quello della Banca d’Italia. Sarebbe stato ingiusto confrontare il momento magico del «Rinascimento» con il crollo del dopo emergenza rifiuti, così abbiamo preso i numeri (più moderati) del 2007 e li abbiamo paragonati a quelli drammatici del 2009. È venuto fuori che in soli due anni la città ha ospitato 95mila persone in meno che già di per se sarebbe un dato sconfortante. È ancora più drammatico scoprire, invece, che anche la permanenza media è crollata: significa che i turisti che hanno comunque deciso di venire a Napoli, ci sono stati per pochissimo tempo. In totale la permanenza media è scesa di 241mila persone. Siccome queste 241mila persone avrebbero speso più di 91 euro al giorno, ecco che viene fuori il numero sconvolgente di 22 milioni di euro perduti nel giro di due anni per colpa dell’emergenza immondizia. Ad evitare la nostra città sono stati soprattutto i turisti stranieri. Il confronto tra il 2007 e il 2009 mostra, ad esempio, che dagli Stati Uniti sono arrivate 32mila persone in meno, dalla Francia 36mila, perfino dalla Nuova Zelanda, da Portogallo, da Malta, sono stati registrati clamorosi cali di interesse. In questo momento, però, il mercato mostrava leggeri segni di crescita. Si tratta, naturalmente, di flebili tracce che, però, lasciavano acceso un lumicino di speranza. A trascinare il mercato del turismo straniero erano soprattutto i giapponesi che avevano ricominciato a inserire Napoli nei loro tour in Italia. Quel segnale, però, adesso non ha più nessun significato. Dopo la tragedia che ha sconvolto il Giappone appare difficile immaginare che ci siano frotte di turisti disposte a muoversi dal paese del Sol Levante per venire a trascorrere le loro vacanze a Napoli.