Terzigno prepara la rivolta «Rischio scorie tossiche»

I comitati sono contrari all'apertura di due nuovi siti
Il sindaco Pdl frema: chi protesta rappresenta se stesso
29 maggio 2008 - Fabizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

E' a Terzigno il nuovo fronte della protesta antidiscariche in Campania. Stasera si riuniscono si riuniscono in assemblea i comitati, che preannunciano una mobilitazione senza sconti a nessuno, la seconda in poco più di un anno. la prima risale al 2007, subito dopo che il governo Prodi licenziò il decreto che programmava, in pieno parco del Vesuvio, uno sversatoio per la frazione organiza stabilizzata, perarltro mai prodotta dagli zoppicanti tritovagliatori della Campania. Era il sito al centro della riunione durante la quale, stando ai pm che hanno chiesto gli arresti domiciliari, l'ex subcommissario Marta Di Gennaro avrebbe detto «E' una discarica da truccare».

Ad alimentare paura e proteste, stavolta, è l'articolo 9 del decreto Berlusconi. Prevede due sversatoi in altrettante cave: Pozzelle e Vitiello. Quell'articolo, al secondo comma, elenca anche le tipologie di immondizia che potranno essere smaltite a Terzigno, come negli altri siti Campani individuati dall'esecutivo. Rifiuti solidi urbani, ma non solo. Anche compost fuori specifica; ceneri pesanti e scorie contenenti sostanze pericolose: fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti sostanze pericolose. Angelo Maria Genovese, ricercatore della facoltà di Veterinaria della Federico II, scorre l'elenco dei codici Cer, quelli che identificano appunto le caratteristiche dei rifiuti destinati a Terzigno e trasalisce: «Una illegalità istituzionalizzata». Riflette il ricercatore universitario «Non ha senso che lo stato spenga i soldi per bonificare quest'area - Terzigno fa parte del sito di interesse nazionale vesuviano - e intanto getti ogni sorta di schifezza nelle cave del parco del Vesuvio. Forse Berlusconi non ne è al corrente, ma il luogo dove vorrebbe realizzare le discariche è già fortemente compromesso. Abbiamo avuto la Sari, uno sversatoio che ha provocato gravi danni. C'é poi il deposito di ecoballe nella cava Ranieri, sito di stoccaggio provvisorio, in teoria. Nel 2006 Pecoraro Scanio, all'epoca ministro, andò fin lì e promise, davanti ai taccuini dei cronisti, che quella vergogna sarebbe stata cancellata. Inutile dire che i cubi di spazzatura impacchettata sono ancora là». A chi obietta che la spazzatura dovrà pur essere messa da qualche parte, i comitati dell'area vesuviana oppongono la logica di un ciclo di gestione dei rifiuti virtuoso: riduzione, riciclo, trattamento a freddo. «Se si partisse da oggi - dice Genovese - in pochi mesi il sistema andrebbe a regime. per l'emergenza, meglio utilizzare come discarica le aree industriali dismesse che i terreni agricoli o le cave. Tra l'altro, queste ultime sono spesso in mani tutt'altro che raccomandabili. Lo stato fa un favore ai criminali risparmiando loro la bonifica o addirittura acquistando gli invasi ormai esauriti, per metterci i rifiuti. La requisizione è infatti solo una delle opzioni». Terzigno si prepara alla lotta, dunque, ma il sindaco Domenico Auricchio, berlusconiano a novanta carati, non è della partita. «Ma quali comitati - sbotta - Questi non rappresentano nessuno. Se invece io indosso la fascia tricolore mi seguono migliaia di persone». Non lo farà, per ora. «Solo voci. Se inizieranno davvero le verifiche delle cave, vedrò che fare». Martedì intanto ha incontrato Bertolaso.

 

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