"Dimissioni generali contro la regione matrigna"
Dimissioni immediate dei consiglieri regionali irpini, del presidente della Provincia e di tutti gli amministratori locali. La proposta lanciata da Mario Melchionna è dirompente. Laddove per la provincia irpina dovesse concretamente materializzarsi l’incubo di nuove discariche, per il leader provinciale della Cisl si renderebbe necessario un gesto eclatante e dal significato inequivocabile. «In tal caso - afferma - sarei il primo a rassegnare le dimissioni da segretario sindacale». La solidarietà più volte invocata dal presidente della Regione, Stefano Caldoro, e finanche da una parte degli intellettuali partenopei, per Melchionna non c’entra. «L’Irpinia ha già dato - evidenzia - e nei limiti del possibile non farà mancare il suo aiuto. Ma l’amministrazione Caldoro non nasconda la sua incapacità dietro a questa parola». Di qui il fermo sostegno al presidente Cosimo Sibilia e l’appello agli esponenti politici regionali e locali: «Mi aspetto che si battano fino alla fine. Altrimenti vorrà dire che c’è chi fa il gioco delle tre carte». Il numero uno della Cisl irpina ha ribadito la linea dura del sindacato contro la «Regione matrigna» di Caldoro e contro il governo centrale ieri in conferenza stampa. Le ragioni di una forte contrapposizione troveranno concretezza in due particolari iniziative. Si comincerà il 7 aprile. Nell’occasione, presso tutti i presidi ospedalieri irpini e lungo Corso Vittorio Emanuele verrà realizzata una raccolta di firme per un più equo riparto del Fondo sanitario nazionale. Circa diecimila le sottoscrizioni che il sindacato dovrà ottenere in provincia a fronte delle 50mila necessarie su base regionale. «La petizione - spiega Melchionna - sarà sottoposta ai presidenti, della Regione e del consiglio dei ministri, ai parlamentari e al capo dello stato». Quindi nel merito. «A causa dell’attuale criterio di distribuzione dei fondi, basato sulla spesa storica e sull’anzianità della popolazione, negli ultimi 10 anni abbiamo perso circa 934 milioni di euro», rileva. «Con la nostra iniziativa chiederemo pertanto che si tenga conto di altri parametri: indicatori della povertà, contesto sociale e ambientale, e tipologia delle patologie diffuse, in primis». Ma una netta bocciatura delle misure realizzate complessivamente da Palazzo Santa Lucia sarà ribadita dalla Cisl nel corso della mobilitazione regionale generale prevista per il 16 aprile. Circa 20 i pullman che dall’Irpinia muoveranno alla volta di Napoli. L’insufficienza degli interventi volti a rilanciare la crescita, nelle osservazioni di Melchionna, è resa ancora più evidente dal mancato passaggio nell’ultima giunta regionale della scheda per il finanziamento dei 12 contratti di programma, di cui 3 irpini. Eppure un preciso impegno in merito era stato assunto dall’assessore Sergio Vetrella, solo 10 giorni fa. Le questioni saranno al centro della conferenza regionale su sviluppo e lavoro promossa dal sindacato per il 21 aprile a Napoli, a cui parteciperà anche il segretario nazionale Raffaele Bonanni. Le posizioni della Cisl irpina trovano ampio riscontro nel pensiero del segretario regionale, Lina Lucci: «Dopo il rientro dallo sforamento del Patto di Stabilità e l’approvazione del bilancio, l’immobilismo delle Regione non è accettabile». Sulla sanità, invece, «dopo i tagli lacrime e sangue», Lucci stigmatizza i forti i ritardi nell’attuazione delle reti territoriali d’emergenza. I rifiuti? «Parlare improvvisamente di sprovincializzazione, con scelte calate dall’alto, - sottolinea - è sbagliato soprattutto nel metodo. Sarebbe stato certamente più opportuno confrontarsi con le parti sociali e politiche per una soluzione condivisa»