Discariche in Irpinia, Cantone frena Lepore
«Non tocca certo ai magistrati indicare i luoghi delle discariche», dice Raffaele Cantone a Sant’Angelo dei Lombardi. «In ogni caso, l’Alta Irpinia è un territorio da preservare e rilanciare, uno dei pochi angoli ancora sani dal punto di vista ambientale». Il magistrato napoletano, oggi in cassazione dopo un lungo periodo alla Direzione distrettuale antimafia, autore di «Solo per giustizia» e dell’ultimo «I Gattopardi» di cui ha parlato proprio ai ragazzi dell’Istituto «De Sanctis», interviene così sulla questione rifiuti in provincia di Avellino. Commenta le reiterate richieste del procuratore capo di Napoli, Giovandomenico Lepore, di aprire unos versatoio in Irpinia dove sistemate l’immondizia che ciclicamente sommerge Napoli. Le sue parole giungono a margine del convegno «Contiguità e forme di infiltrazioni camorristiche in Campania», organizzato dall’ordine forense santangiolese. «Il problema è complesso e semplice allo stesso tempo. - spiega Cantone - Oggi i cittadini non hanno alcuna certezza sulla fine dell’emergenza. Se si garantisse la costruzione dei termovalorizzatori in tempi rapidi sono convinto che molti accetterebbero determinate quote di immondizia. Purtroppo si continua a ragionare solo sull’immediato». Davanti agli studenti, Cantone analizza l’impatto camorristico in Irpinia: «Fortunatamente non è così forte, ma bisogna avere il coraggio di guardare oltre, il coraggio di scoprire gli intrecci nelle attività economiche». Ma sulle emergenze ambientali si concentra anche l’intervento di Raffaello Magi, il giudice del maxi-processo Spartacus contro il clan dei casalesi. Dopo aver ricordato le sue origini santangiolesi - ed elogiato il lavoro del magistrato arianese Daniela Tognon, recentemente scomparsa - Magi invita gli abitanti dell’Alta Irpinia a vigilare e controllare: «Non pensate che qualcuno debba salvarvi. Dovete salvarvi da soli. Perché la parola discarica non equivale necessariamente a sversamenti illegali, rifiuti speciali nascosti, infiltrazioni camorristiche. Non delegate altri su questi aspetti, piuttosto individuate bene il gestore di un eventuale sito. Sono certo che le scelte saranno all’altezza della storia di questi luoghi». Anche il presidente del Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi, il beneventano Vincenzo Beatrice, affronta il nodo: «In Campania la necessità di sotterrare i cumuli di immondizia ci sarà sempre, anche con i termovalorizzatori. La sfida è garantire la legalità sui siti e offrire agli abitanti delle zone interessante un adeguato ristoro economico». La giornata parte con il saluto del vescovo di Sant’Angelo dei Lombardi, Don Franco Alfano, da sempre vicino alle battaglie per il diritto alla salute in Alta Irpinia. Un saluto di pace, prima di cedere la parola alla dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Rosa Grano. Un altro magistrato vince invece una sfida tutta particolare, riuscendo a tenere incollati al dibattito gli studenti del «De Sanctis»: è il procuratore capo di Sant’Angelo dei Lombardi, Antonio Guerriero, che alla fine ringrazia tutti quasi commuovendosi. Con lui Rosario Cantelmo, della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Suo l’intervento di chiusura, un elenco esemplificativo delle vittime delle varie mafie (giornalisti, avvocati, magistrati, agenti e carabinieri). Una cronistoria ricca di particolari agghiaccianti, trasmessi volutamente alle nuove generazioni perché queste si allontanino dai modelli malati di ’ndrine e cosche varie. Ma tutti i relatori, tra i quali Ernesto Aghina, si soffermano sulle nuove forme di «white collar crimes», con la compenetrazione sempre più stretta tra camorra, politica, imprenditoria. Si vince solo creando un argine con la collaborazione di tutti.