Rifiuti fuori regione, spesi 4 miliardi al mese

A metà aprile Berlusconi a Napoli per presentare l'inceneritore di Napoli est
29 marzo 2011 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI - Non può andare nelle discariche delle altre province, ma finisce regolarmente oltre regione, a centinaia di chilometri di distanza. Con costi che partono dai 140 euro a tonnellate di spazzatura che richiedono la Italcave di Taranto e la Rea di Rosignano e arrivano fino ai 190, necessari a convincere la ditta D'Angelo ad aprire i cancelli della discarica di Mazzarà Sant'Andrea, in provincia di Messina. E una situazione paradossale, quella che emerge dal viaggio negli impianti di tritovagliatura di Tufino, di Giugliano e di Caivano, in compagnia del presidente della commissione bonifiche della Regione Campania, Antonio Amato. Prima tappa, lo stir di Tufino a pochi chilometri da Nola. Lo gestisce la Sapna, società provinciale per i rifiuti della provincia di Napoli. All'esterno, poco prima delle undici, attendono in fila per scaricare almeno 4o compattatori. Lavorano nell'impianto 73 persone, distribuite su 4 turni. Dal primo al 31 marzo a Tufino sono entrati quasi 22 milioni di chili di spazzatura (da capogiro il costo per lo sversamento: circa 4 miliardi e 180 milioni di euro) provenienti da oltre sessanta diversi Comuni. Non una sola tonnellata è finita nelle discariche regionali. C'è un impianto di stabilizzazione, che trasforma la parte organica del rifiuto, diminuendone il volume e limitandone la putrescenza, fino ad ottenere un materiale che potrebbe essere utilizzato per la copertura degli invasi. Il «revamping», l'adeguamento della struttura attraverso al sostituzione di alcuni macchinari, non è mai neppure iniziato. A Giugliano, il secondo degli Stir dove ha fatto tappa ieri la commissione bonifiche della Regione, l'impianto di stabilizzazione c'era, ma ha funzionato solo per un breve periodo. Nel capannone sono ammassati enormi cumuli di immondizia putrescente e maleodorante I macchinari sono fuori uso da tempo. La fossa che riceve la spazzatura dai compattatori - ieri mattina ce n'erano almeno una sessantina in fila per scaricare, davanti ai cancelli - è ingolfata da circa 8.000 tonnellate di immondizia. Quella al livello del pavimento è depositata almeno da un anno. Anche Giugliano è gestito dalla Sapna. Lo stir di Caivano, terza e ultima tappa del presidente della commissione bonifiche, è il migliore, per tecnologie impiegate e gestione. Peccato che sia fermo, o quasi, da tempo. E affidato a Partenope Ambiente, la stessa società che ha avuto in affidamento il termovalorizzatore di Acerra. Potrebbe lavorare su 4 linee moderne, ha un impianto di stabilizzazione efficiente, fosse a tenuta stagna, per abbattere gli odori. Sono state recentemente rifatte le bocche di scarico. Caivano, però, è semiparalizzato. Da qualche giorno, dopo settimane di stasi totale, lavora circa 300 tonnellate di immondizia ogni 24 ore. Potrebbe presto bloccarsi di nuovo. Saltato l'accordo con la Spagna, infatti, che non ha più voluto le 30.000 tonnellate di frazione organica non stabilizzata accumulate nei capannoni alcuni anni fa, la missione stralcio della Protezione civile cerca affannosamente nuove soluzioni. L'ipotesi di queste ore è un accordo con una provincia campana, presumibilmente Caserta. Il tentativo è di portare quella 30.000 tonnellate di spazzatura nella discarica di San Tammaro. Operazione a rischio: potrebbe suscitare vibrate proteste in Terra di Lavoro. Se non andrà in porto Caivano, il migliore tra gli stir della provincia di Napoli, potrebbe chiudere nuovamente i battenti. Intanto, il presidente del consiglio Berlusconi si appresta tornare a Napoli. Verrà in città dopo il 15 aprile e presenterà il bando del termovalorizzatore di Napoli est. Nel 2008 annunciò che aveva risolto l'emergenza rifiuti in Campania. Non era vero.

Powered by PhPeace 2.6.4