Porta a Porta in tutta la città Piano per un milione di abitanti
Un progetto per allargare il porta a porta all’intera città: lo ha approvato mercoledì il consiglio di amministrazione dell’Asìa. Un progetto che, spiega la partecipata del Comune di Napoli, porterebbe numerosi e innegabili vantaggi, a partire dal risparmio di mezzo milione di metri cubi da destinare a discarica, ma che ha costi economici notevoli: circa cento milioni di investimenti e 39 milioni di spese di gestione in più all’anno. E non solo: l’azienda avverte che sarà possibile realizzarlo solo quando si potrà sversare senza difficoltà. Ma ieri a terra c’erano ancora 1900 tonnellate di immondizia e la situazione in città restava difficilissima. L’Asìa si pone sei obiettivi: servire l’intera cittadinanza con il porta a porta; eliminare dalle strade i cassonetti; permettere il riciclaggio della maggior parte dei rifiuti raccolti; ridurre la necessità di siti di sversamento; rendere più efficace il servizio; sollecitare il senso civico della popolazione. Si parte dall’analisi dei flussi attuali dei rifiuti e dalla constatazione che nel 2010 la differenziata è diminuita del 2,14 rispetto all’anno precedente. Un calo dovuto, spiega l’amministratore delegato Daniele Fortini, all’impossibilità di investire: «Noi siamo sempre stati proiettati verso la raccolta differenziata - dice l’amministratore delegato dell’impresa - Nel 2008 e nel 2009 siamo cresciuti molto. Nel 2010 siamo stati bloccati dai tre mesi di emergenza e dalle difficoltà economiche: siano stati costretti a spendere diversi milioni per gli stir che ci sono stati affidati e che hanno drenato risorse dalle nostre casse».
Per cinque mesi, infatti, l’impianto di Giugliano è rimasto fermo. La società provinciale ha rimborsato Asia a novembre, ma la partecipata del Comune resta in attesa di altri quattro milioni. Così solo 97 mila delle 550 mila tonnellate di rifiuti raccolti sono state differenziate e di queste ben 15 mila sono finite comunque in discarica insieme alle altre 369 mila tonnellate indifferenziate. Nel 2011 invece dovrebbero essere serviti con il porta a porta 366 mila abitanti. Nel 2012 bisognerebbe arrivare a 745 mila abitanti, nel 2013 a 910 mila, nel 2014 a un milione di abitanti. A quel punto saranno raccolte in maniera differenziata 357 mila tonnellate. Per raggiungere l’obiettivo, secondo la partecipata, bisognerebbe spendere 50 milioni tra automezzi, attrezzature, isole ecologiche, formazione del personale, progettazione, autoparchi e campagne di comunicazione. Altri 61 milioni sono necessari per realizzare gli impianti da riciclo. I costi della raccolta ammonterebbero a 148 milioni (39 milioni in più di quello che si spende attualmente mitigati da 14 milioni di euro ricavabili dalla vendita del materiale riciclabile e dai risparmi dallo smaltimento). In totale nel triennio sono necessari investimenti per più di cento milioni di investimento. È facile prevedere che in tempi brevi la spesa non sarà possibile: attualmente, infatti, l’azionariato dell’Asia è gestito totalmente dal Comune di Napoli che deve provvedere alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti nei siti indicati dalla Regione. Ma dal prossimo anno la Provincia gestirà lo smaltimento attraverso la propria società, la Sapna. E all’azienda di piazza Matteotti toccherà la gestione del ciclo e la riscossione della Tarsu. A quel punto dovrà essere la Sapna a provvedere a tutti gli investimenti. Ma questo avverrà solo a partire da gennaio. E così già l’obiettivo del 2011 sembra più che altro un’ipotesi.