Rilievi nel sito scelto per la discarica. I tecnici dell'Arpac entrano nell'ingresso secondario

Chiaiano, venti giorni di tregua per la cava

Ieri a Chiaiano sono iniziati ri rilievi per verificare se la cava è idonea ad ospitare una discarica di rifiuti solidi urbani da 700.000 tonnellate
28 maggio 2008 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Scatti a raffica dei fotografi e telecamere puntate sul camion rosso e sulla trivella gialla che trasporta. Mancano una decina di minuti alle dieci del mattino quando il mezzo sbuca dallo sterrato che dai Camaldoli immette alla cava di tufo di Chiaiano, dove il commissario ai rifiuti Gianni De Gennaro e Berlusconi vorrebbero realizzare la discarica da 700.000 tonnellate. 
I manifestanti hanno rimosso solo le barricate per far passare i mezzi dalla strada secondaria, la «porta di servizio », per citare il prefetto Pansa. Restano quelle che precludono l'accesso da via Poggio Vallesana. Dentro l'invaso, già bruciato da un sole cocente, aspettano il sindaco di Marano, Salvatore Perrotta, i tecnici dell'Arpac, i funzionari della ditta che effettuerà i rilievi, i periti dei Comuni di Marano e di Mugnano, tra i quali Giovan Battista De Medici, Franco Ortolani, Aldo Loris Rossi. Come allo stadio, un occhio alla cava - il terreno da gioco - le orecchie alla radio per ascoltare i risultati dagli altri campi: le notizie sull'inchiesta nell'ambito della quale ieri il gip ha disposto gli arresti domiciliari per 25 persone, compreso l'ex subcommissario ai rifiuti Marta Di Gennaro.
Alle dieci in punto compare Carlo Migliaccio, presidente della Commissione Ambiente al Comune di Napoli: «Hanno arrestato lo Stato e poi i delinquenti saremmo noi» commenta. Si apre il sipario e iniziano le verifiche dei tecnici, i risultati delle quali serviranno a capire se la cava può diventare uno sversatoio. «Inizialmente — dice De Medici — la trivella scenderà fino a 6 metri di profondità, per verificare se ci siano inquinanti. Fuori dall'area della cava un'altra trivella si spingerà fino alla falda acquifera, 200 metri sotto la superficie del suolo. Successivamente il programma prevede analisi geotecniche nei pozzi sulla verticale, con l'ausilio dei rocciatori, ed indagini col laser scanner, per individuare le fessurazioni e i punti di potenziale distacco di materiale ». Ci vorranno almeno tre settimane, prevede il geologo Ortolani.
Alle 13 nella cava restano i tecnici dell'Arpac e i periti; giornalisti ed amministratori locali vanno via. In un'ora di cammino chi conosce i sentieri torna al presidio attraverso il bosco Cinque Cercole - i castagni cedui hanno soppiantato le originarie querce - e i ciliegi di Casa Putana, a rischio esproprio. Dentro la Masseria Fortezza, tra le più antiche della zona, si lavora alla raccolta della qualità Recca, tra le produzioni pregiate di quell'area.
La discarica fa discutere da mesi; della lottizzazione immobiliare delle cooperative legate ai Simeoli - 460 appartamenti in area verde, previsti dal piano regolatore di Marano del 1987 si comincia a parlare solo ora. C'è chi sostiene che l'amministrazione comunale sia stata e tuttora sia sensibile agli interessi dei costruttori in questione, che avrebbero anche un ottimo lobbista in consiglio provinciale. Il sindaco nega e passa la palla alla Regione:«Per bloccare la lottizzazione estenda l'area del parco e includa anche una parte del territorio di Marano».

 

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