Così il maresciallo voleva fermare il carabiniere che denunciava

Bertolaso decise che non c'era più bisogno dei militari
28 maggio 2008 - Titti Beneduce
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
C'era un carabiniere onesto, che segnalava al commissariato straordinario le irregolarità e i pericoli della discarica di Villaricca, e un carabiniere disonesto, che faceva di tutto per bloccarlo e per compiacere Marta Di Gennaro. Fino a che, a un certo punto, Guido Bertolaso decise che dei carabinieri distaccati presso il suo commissariato non c'era più bisogno, e il drappello fu smantellato. 
Il carabiniere onesto ha il grado di appuntato, si chiama Giovanni Ladonea Parascandola e viene dal Noe, il nucleo operativo ecologico; ha corso seri rischi andando a ficcare il naso nella discarica anche quando era libero dal servizio e addirittura in ferie. Il carabiniere disonesto, che è tra le 25 persone arrestate ieri, si chiama Rocco De Frenza, ha il grado di maresciallo e viene dal Ros, il Raggruppamento operativo speciale. Sullo sfondo, l'avversione che alcuni militari, tra cui De Frenza, nutrivano per il generale dell'Arma Umberto Pinotti, comandante del Noe e noto per essere tutto d'un pezzo. Da aprile ad agosto dello scorso anno, Parascandola va a Villaricca, osserva e fotografa le cose che non vanno e, tramite il suo comandante, il tenente De Ciutiis, manda alla Di Gennaro preoccupanti relazioni di servizio: il 13 aprile scrive che non arriva Fos, ma «tal quale tritovagliato». Il 3 maggio aggiunge che il tal quale è «caratterizzato da un'enorme componente di umido». Il 9 maggio precisa che la discarica e le sue aree NW e NE «sono rimaste occupate da otto o novemila metri cubi di percolato» e «l'area NE è da considerarsi a grave rischio in quanto mancano circa 30 cm alla tracimazione del percolato dall'invaso ». Dello stesso tenore le relazioni del 26 luglio e del 2 agosto. Il primo agosto, su delega dei pm, il capitano Masi dei carabinieri del Noe chiede formalmente al commissariato di governo le relazioni di servizio dell'appuntato Parascandola. Ed è il panico. Marta Di Gennaro è molto seccata, soprattutto perché «Guido ha smesso di autorizzare le missioni dei carabinieri. Hanno continuato ad arrivare questi appunti — dice ancora in una telefonata — su sopralluoghi fatti, alcuni dei quali esordivano dicendo "Questo sopralluogo viene fatto in periodo di ferie dal sottoscritto con mezzi propri". Io non ho voluto più avere a che fare con i carabinieri da quando Guido mi ha detto: "Ferma, questi devono cambiare"... La richiesta di questo Masi: che cosa vuole, vuole quei pezzacci di carta che ti vedi lì. Che dobbiamo fare? Forse li dobbiamo dare, ma così li suffraghiamo... Questi hanno continuato a fare quello che facevano... quella era la ragione per cui ce li volevamo togliere di mezzo!». Sull'argomento, Bertolaso ha chiesto di essere ascoltato dai pm e il 28 novembre ha detto loro cose alquanto diverse: «Le relazioni redatte venivano vagliate dalla struttura e tenute nella debita considerazione. Ne è dimostrazione il fatto che, alla fine di maggio, proprio per i problemi denunciati da Parascandola, abbiamo decise di fermare i conferimenti alla discarica di Villaricca». Fatto sta che per due volte il commissariato non ha dato al Noe tutte le relazioni dell'appuntato ficcanaso e solo dopo l'audizione di Bertolaso è stata finalmente consegnata quella del 18 maggio. Parlando al telefono con Michele Greco, dopo averlo invitato a strappare le relazioni di servizio di Parascandola, diceva De Frenza: «Adesso te lo cerco e te lo blocco in qualche modo, sennò gli faccio una pratica disciplinare». Ora, per fortuna, la faranno a lui.

 

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