Rischio commissario per un Comune su due
Altri tre termovalorizzatori, oltre a quello di Acerra, e un gassificatore. Il piano per i rifiuti presentato dal presidente Caldoro e dall’assessore all’Ambiente Romano disegna le strategie per «uscire entro tre anni», ha assicurato il governatore, dalla crisi. La condizione è la realizzazione degli impianti. «Diventeremo una regione normale solo quando si concluderà il ciclo, ed il ciclo si conclude con la realizzazione dei termovalorizzatori», ha spiegato Caldoro che per sottolineare i ritardi della Campania ha fornito i dati (rapporto Ispra) di alcune regioni: l’Abruzzo (un milione di abitanti) ha 6 impianti di compostaggio, 17 discariche, 10 impianti di trattamento; l’Emilia (4 milioni di abitanti) ha 19 impianti di compostaggio, 8 termovalorizzatori, 22 discariche, 12 impianti di trattamento; la Toscana (3 milioni di abitanti) ha 16 impianti di compostaggio, 8 termovalorizzatori, 16 discariche, 16 impianti di trattamento. Il ritardo della Campania (che di abitanti ne ha 6 milioni) è in cifre impietose: 10 impianti di compostaggio (tutti privati, tranne quello di Salerno), un termovalorizzatore, 5 discariche, 7 impianti di trattamento. Il piano, «snello e dinamico» l’ha definito Romano, ha l’obiettivo di colmare il divario. I nuovi tre termovalorizzatori saranno realizzati a Napoli, Salerno e Giugliano (per bruciare le ecoballe). In provincia di Caserta è previsto un gassificatore. Il piano dovrà passare per il consiglio regionale non per una presa d’atto ma per essere sottoposto all’ordinario iter legislativo. Romano si è detto fiducioso, avvertendo che il piano è stato condiviso con l’Unione Europea e precisando che sarà dotato di una legge di accompagnamento. «Il piano - ha spiegato - era necessario, la Regione non ne ha uno dal 1997. Abbiamo inviato a Bruxelles le bozze accettando la regola di condividere e confrontarsi con l’Ue che ha avviato una procedura di infrazione a danno dello Stato italiano». Ovviamente nessun piano potrà reggere senza un’adeguata raccolta differenziata. Su questo punto Caldoro e Romano sono stati chiari. «Ancora 250 Comuni su 551 sono al di sotto della soglia del 35 per cento», ha detto l’assessore. Romano ha precisato che per i comuni inadempienti saranno nominati i commissari ad acta e che l’obiettivo è di raggiungere entro il 2011 il 50 per cento, livello sul quale è stato strutturato lo stesso piano. Per la differenziata si pensa ad un sistema di premialità che invogli i cittadini e a strutture per la lavorazione dell’organico in zone prossime alle città per abbattere i costi di trasferimento che, al momento, arrivano anche a sfiorare le 200 euro a tonnellate. Oggi, per incentivare la differenziata la Regione firmerà al ministero dell’Ambiente due protocolli di intesa, uno per Napoli, l’altro l’intero territorio regionale al di sotto del 35 per cento. Quanto all’emergenza, per Caldoro «è inevitabile se chiudono due discariche su quattro». Anche per questo il governatore, che ha auspicato «un confronto corretto al tavolo delle istituzioni e non sui giornali» e non ha nascosto le difficoltà del Comune e della Provincia di Napoli, è tornato sulla «sprovincializzazione», vista come un incubo dalle aree interne. «Nulla può essere fatto con l’imposizione - ha detto Caldoro - per cui nessuno potrà mai dire che la spazzatura di Napoli va in un’altra provincia. Sarebbe un errore. Dall’altro lato i localismi sono incomprensibili. Se siamo una regione si ragiona in termini regionali, discutendo nel merito e cercando un’intesa istituzionale. Non è possibile pensare che una singola Provincia sia una realtà istituzionale estranea alla regione».