Crisi senza sboccchi anche i mercatini diventano discariche

Il Comune: temiamo per l'arrivo del caldo
E gli industriali: sì ai rifiuti fuori provincia
29 marzo 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Trecentocinquanta tonnellate di spazzatura a terra a Poggioreale, trecentoquaranta a Ponticelli, duecentocinquanta a Pianura, duecento a San Giuseppe Porto: è la mappa dell’ennesimo disastro. Un disastro che rischia di portarci a una Pasqua senza resurrezione, almeno dal punto di vista dei rifiuti. Il calendario dell’immondizia è immutabile: a ogni periodo festivo corrisponde una crisi. I cumuli crescono puntualmente dall’Avvento al 24 dicembre e crollano dopo l’Epifania. La corsa in salita riprende un po’ prima della domenica delle Palme e si trascina fino a Pasquetta. È la routine pluriennale dell’emergenza. Ieri Confindustria Campania e Unione industriali di Napoli hanno chiesto interventi immediati per evitare che il solito copione vada nuovamente in scena: «La situazione di costante emergenza rifiuti che caratterizza l’area napoletana rischia di provocare ulteriori danni all’immagine della città e in particolare alle attività turistiche, con esiti devastanti per un’economia locale già in affanno», hanno scritto le organizzazioni in un comunicato pronunciandosi a favore della fine della provincializzazione e valutando quindi positivamente l’indirizzo impresso da Caldoro negli ultimi giorni alla Regione. Uno spiraglio per evitare giorni drammatici si potrebbe aprire a partire da giovedì, quando i conferimenti a Chiaiano riprenderanno a pieno ritmo. Ma per smaltire le duemila e dispari tonnellate che prevedibilmente si accumuleranno fino a quel giorno ci vorrà giusto il tempo di arrivare allo stuscio. Ieri erano circa 1600 le tonnellate in strada e oggi dovrebbero essere 1900, tornando, così, a sfiorare la temutissima quota duemila. Secondo l’assessore comunale all’Igiene Paolo Giacomelli, l’ufficio flussi ha autorizzato conferimenti per 950 tonnellate, mentre a Napoli ne produce tra le 1200 e le 1250. Diverse, come sempre, le cifre della Regione: secondo via Santa Lucia la città avrebbe avuto la possibilità di sversare l’intera produzione quotidiana. Dibattito più che altro accademico visto che le code davanti agli stir continuano a essere lunghissime e non sempre i mezzi dell’Asia risultano tra i fortunati che riescono a liberarsi della spazzatura. «I cumuli crescono - sostiene Giacomelli - e l’imminente arrivo di temperature più elevate che potrebbero determinare effetti sul profilo igienico-sanitario e causare disagi ancora più gravi ai cittadini». E il presidente della commissione regionale ecomafie, Antonio Amato racconta «Abbiamo realizzato un blitz nel mercato rionale di Ponticelli: A meno di cinque metri da enormi cumuli di immondizia si vendono arance, lattughe e carciofi; lungo tutto il perimetro del mercato giacciono centinaia e centinaia di copertoni, fusti di materiale non meglio identificato, rimasugli di incendi». In questa situazione, dicevamo, l’unica notizia positiva viene da Chiaiano dove già ieri sono state conferite 158 tonnellate, circa un centinaio in più rispetto ai giorni precedenti quando la discarica ha accolto solo cento tonnellate, cinquanta da Napoli e cinquanta dal resto della provincia. Nel sito, infatti, sono in corso delle operazioni di verifica per il collaudo degli argini disposte dalla Sapna, la società pubblica della provincia di Napoli. Analisi già decise il 23 febbraio, quindi ben prima dei provvedimenti della magistratura che il 21 marzo ha inviato dieci avvisi di garanzia a tecnici e proprietari delle ditte che hanno realizzato il sito. Ieri il direttore tecnico dell'azienda, Giovanni Perillo, ha anche annunciato che i prelievi in corso dovrebbero terminare entro giovedì. Nel fine settimana, dunque, la discarica potrebbe tornare ad assorbire le cinquecento tonnellate al giorno fissate dall’azienda in accordo con i comitati. E per quella data dovrebbero anche arrivare i risultati del nuovo monitoraggio della falda: nei mesi scorsi le analisi di routine avevano confermato la presenza di ferro, manganese, arsenico e fluoruri sia a monte che a valle dell'invaso in quantità superiori ai cosiddetti valori di soglia, ma comunque analoghi a quelle che c’erano prima dell’apertura della discarica. Ora bisognerà vedere i risultati delle nuove analisi in attesa dell’avvio dei carotaggi disposti dalla procura per accertare le condizioni del fondo cava e verificare le possibili infiltrazioni..

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