Rifiuti, accordo a tre per evitare le discariche
«Non è possibile mettere in discussione il principio di provincializzazione della gestione dei rifiuti». Il blitz tentato nel corso dell’ultimo consiglio regionale è una ferita aperta e provoca l’indignazione e la rabbia di amministratori e cittadini che hanno affrontato il problema con risolutezza e hanno prospettato soluzioni in grado di offrire anche fette di solidarietà a quei territori ancora in difficoltà. La ribellione delle aree interne - che potrebbero, ancora una volta, pagare il prezzo più salato - passa per una condanna ferma e una presa di posizione che non è di singoli amministratori. I presidenti delle province di Caserta, Avellino e Benevento, Domenico Zinzi, Cosimo Sibilia e Aniello Cimitile, scelgono di muoversi all’unisono e annunciano - attraverso una nota congiunta - un’opposizione ferma e decisa. «Il principio della provincializzazione - dicono - ha permesso alla quasi totalità delle province campane di uscire dall’emergenza e di conseguire risultati importanti, con il raggiungimento di un livello di autonomia e di una gestione virtuosa dell’intero ciclo integrato. Tornare indietro, introducendo un provvedimento in maniera subdola, significherebbe far ripiombare la Campania in un contesto di totale incertezza e confusione, con l’altissima probabilità che si ripropongano situazioni emergenziali». La linea degli amministratori delle aree interne sembra essere, però, in aperto contrasto con quella di Palazzo Santa Lucia. Lo conferma anche l’assessore all’Ambiente, Giovanni Romano che ha presentato il piano per la gestione dei rifiuti urbani della Regione - «uno strumento che non contiene indicazioni sulla localizzazione degli impianti, perché non rientra nelle nostre competenze, ma espleta criteri che devono sovrintendere la scelta localizzativa» - alla commissione. L’assessore giudica il percorso avviato «una evoluzione dell’intera problematica. Ritengo positivo che il consiglio regionale si stia occupando della questione, fornendo una linea di tendenza che dovrà essere valutata». Romano parte da quel «fragile equilibrio perseguito negli ultimi mesi, in cui abbiamo garantito la pulizia di tutte le aree. Un sistema che è andato in crisi per le problematiche registrate presso le discariche di Chiaiano e Sant’Arcangelo Trimonte e che potrebbe essere ulteriormente penalizzato dal fermo tecnico di alcuni giorni della discarica di Pustarza a Savignano per il subentro della provincia di Avellino nella gestione (il prossimo 28 marzo, ndr)». Poi, lancia uno sguardo a quelle «situazioni di criticità che si registreranno ancora e che si possono superare solo con la messa a sistema di ciò che si ha: i territori che hanno avviato un percorso virtuoso non possono far finta di non vedere, né possono disinteressarsi di ciò che accade nelle zone più in difficoltà, ne va dell’immagine della Campania in generale». Il fronte irpino, però, si compatta. Il coordinamento provinciale dell’area Marino sottolinea la propria indignazione «dopo due anni di processi sommari contro il centrosinistra e la gestione dei rifiuti di Napoli, grazie ai quali la destra di Nicola Cosentino ha vinto le provinciali a Napoli, assistiamo all’ennesimo tentativo ”furbesco” di penalizzazione dell’Irpinia e delle aree interne della regione Campania». «Riteniamo che la provincializzazione sia la linea di demarcazione, il punto di non ritorno, oltrepassato il quale non è più possibile alcuna forma di convivenza civile in questa regione», avverte. Anche il segretario della Cisl, Mario Melchionna, condanna duramente il tentativo registrato in consiglio regionale: «Ribadiamo con forza la nostra posizione a favore della provincializzazione del ciclo integrato, soprattutto perché Avellino si è dimostrata la provincia più virtuosa e non può pagare la nuova ondata di emergenza del napoletano. Siamo pronti a mettere in campo ogni tipo di strumento per difendere i diritti della nostra terra, già troppo martoriata»