Piano bis: nuove discariche per convincere l'UE
Andrà lunedì in giunta e, se sarà approvato, arriverà martedì alla Ue il piano regionale per i rifiuti presentato ieri alla commissione ambiente della Regione dall'assessore Romano e dal professor Umberto Arena che ha guidato il gruppo di lavoro del dipartimento di Scienze ambientali della facoltà Federico II al lavoro per l'elaborazione del documento. Ma ieri dal fronte rifiuti è arrivata anche un'altra importante novità: il consiglio dei ministri ha deciso di azzerare i costi di conferimento al termovalorizzatore di Acerra che finora andava alla Protezione Civile. I ricavi dalla vendita dell'energia elettrica sono stati, infatti, tali da permettere un risparmio per i Comuni. «Siamo partiti dal rigido rispetto delle norme europee utilizzando la tecnica dell'analisi dei flussi di materia e di sostanza per ricavarne delle indicazioni», ha spiegato Arena. E, se si studia la cartografia allegata al piano, appare evidente che sarebbe estremamente difficile aprire discariche in Provincia di Napoli e che i siti possibili sono concentrati nel salernitano, ma soprattuto in Irpinia e nel Sannio. Non ci sono, però indicazioni esplicite e Romano ha spiegato ai consiglieri: «Il piano, adottato in coerenza con le prescrizioni e le direttive dell'Unione Europea, non contiene alcuna indicazione di territori dove localizzare nuove discariche perché ciò non compete al piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani». Ma, nei fatti, il piano chiarisce anche che la provincializzazione, così come è stata intesa finora, non può andare avanti. Perciò Romano ha spiegato che è necessaria una «attenuazione della rigidità del principio della provincializzazione della gestione dei rifiuti». Quattro impianti di termovalorizzazione, differenziata al 50 per cento, raccolta separata dell'umido e costituzione di una autorità regionale per la vigilanza dei servizi di gestione dei rifiuti: appaiono questi i punti cardine del progetto che dovrebbe portare la Campania fuori dall'emergenza. Partendo da un presupposto: in una regione come la nostra, dove gli spazi sono ridotti e la popolazione numerosa, occorre necessariamente ridurre i volumi da portare in discarica. E infatti il piano fornisce le linee guida per la corretta realizzazione della raccolta differenziata ipotizzando una modalità ottimale che prevede il porta a porta per umido, carta, vetro, multimateriale leggero e indifferenziata e una modalità minimale che punta sulla divisione della carta, della frazione secca e di quella umida. In entrambi i casi l'umido da mandare negli impianti per ricavarne concime si aggira sulle 400 mila tonnellate all'anno. Necessari, dunque, una serie di impianti di compostaggio. Il progetto ipotizza, poi, quattro termovalorizzatori oltre a quello già in funzione ad Acerra: uno nell'area di Napoli est, uno a Salerno, uno a Caserta e uno a Giugliano. Questo sarà realizzato solo dopo che la magistratura si sarà pronunciata sulla proprietà delle ecoballe: se fossero di Fibe sarebbe l'azienda a doverle smaltire. L'altra novità è costituita dalla Autorità regionale per la vigilanza dei servizi di gestione dei rifiuti che avrà il compito di monitorare la qualità e la regolarità dei servizi e di svolgere una relazione annuale. «L'inizio della discussione è stato costruttivo», ha detto alla fine dell'incontro il presidente della Commissione Regionale Ambiente Luca Colasanto. I lavori continueranno nella prossima settimana.